martedì 16 giugno 2009

Oltre il problema…la soluzione

“Di norma mio padre si alzava presto. Al mattino scendeva da solo, si sedeva e beveva il caffè prima che il resto della famiglia si svegliasse. Quelle erano le ore in cui pensava, era solito dire. Il suo momento di solitudine. E qualunque fosse il problema, grande o piccolo, per quando gli altri si erano svegliati lui aveva riflettuto sul problema finché non era più tale, ma solo un compito che bisognava svolgere”. (Tratto da "Ricordi di un altro giorno" di Harold Robbins.)
Oltre il problema…la soluzione

Il problem solving non è una competenza tecnica, che appartiene ad un settore specifico, bensì una competenza trasversale ad ogni settore e consiste nella capacità di trovare una soluzione per un problema di qualsiasi tipo. Il problem solving è tra le attività più importanti che vengono svolte quotidianamente per il semplice fatto che ogni giorno ci si trova ad affrontare situazioni complesse da dover risolvere. Occorre dal presupposto che il problem solving non è una serie di tecniche da applicare per arrivare ad una soluzione, ma un atteggiamento mentale. Per affrontare bene il problema occorre avere la capacità di osservare la realtà da punti di vista diversi per avere un esatto quadro della situazione complessiva. Potremmo infatti accorgerci che ciò che sembrava un problema in realtà, osservando da un diverso punto di vista, non è più tale. E nell’interrogarci sul problema occorre porsi delle domande di tipo produttivo che ci consentano di porre il problema nel modo corretto, perché in questo modo il problema sarà già in parte superato. Sostanzialmente, dovendo affrontare un problema non serve tanto chiederci “perché il problema esiste” vincolandoci così al problema stesso, ma “come possiamo affrontarlo e superarlo”. Una situazione appare più facilmente sormontabile se, invece che essere considerata come un problema, termine ricco di accezioni negative, viene vista come un compito o una sfida.
La soluzione di un qualsiasi problema passa attraverso cinque fasi:comprensione, previsione, pianificazione, monitoraggio, valutazione. Bisogna infatti comprendere se ciò che si deve affrontare è realmente un problema e se si sono già affrontati problemi simili; chiederci chi può aiutarci, quanto tempo abbiamo a disposizione e di quali strumenti abbiamo bisogno; quindi identificare bene il problema, decidere se affrontarlo da solo o in gruppo, reperire gli strumenti necessari e stabilire i tempi di intervento; durante l’attività finalizzata a risolvere il problema occorre un continuo monitoraggio per verificare se si è sulla strada giusta ed in caso negativo cambiare strategia; infine, dopo aver risolto il problema bisogna fare tesoro dell’esperienza valutando l’efficacia delle previsioni e della pianificazione.
Infine, un problem solver possiede una buona dose di sicurezza e fiducia in se stesso, poiché definire un problema significa, uscire da uno stato di disagio e prendere l’iniziativa.
La fiducia in se stessi permette di affrontare i problemi e non semplicemente di “agitarli”, lamentandosi, come fa la maggior parte delle persone.
Aggiungerei un ultima cosa… mentre viviamo le difficoltà del problema impariamo a sorridere perché questo darà a noi forza ed infonderà agli altri fiducia.
Quindi, sul lavoro, in casa, durante le nostre attività ludiche, sportive, ricreative,,,,insomma in ogni circostanza, non facciamoci ”demolire” dai problemi, non lasciamoci schiacciare dalla paura o dalla disperazione, ma a fronte alta, con coraggio e fiducia armiamoci contro di essi con intelligenza con la convinzione che il superamento di quel problema sarà “una vittoria” e quand’anche non fosse una vittoria piena il solo averlo fronteggiato ci avrà caricati di “un’esperienza” che ci darà la speranza e la forza di affrontare meglio e con più serenità le altre innumerevoli sfide che sicuramente la vita ci riserva.
Peppe Gabriele

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