domenica 7 giugno 2009

Alta l'affluenza alle urne - Libano

Libano alle urne, si elegge il nuovo Parlamento. Alta l'affluenza
07 giugno 2009. Sin di prima mattina, molti dei circa 3,2 milioni di elettori libanesi sono andati oggi alle urne in tutto il Paese per decidere se nel nuovo Parlamento la maggioranza andrà alla coalizione filo-occidentale 14 Marzo o all'alleanza guidata dal movimento sciita filo-iraniano Hezbollah. Secondo la gran parte delle indicazioni, si profila un testa a testa e il vincitore tra i due gruppi potrebbe avere la meglio solo per un paio dei 128 seggi dell'assemblea, di cui, secondo il sistema politico libanese, 64 saranno aggiudicati a candidati musulmani e 64 a candidati cristiani.
Il voto cristiano assegnerà di fatto la vittoria - Questo perchéla vera battaglia è tra i candidati fedeli a Michel Aoun, alleato di Hezbollah, e quelli fedeli ai suoi rivali Samir Geagea e Amin Gemayel, membri dell'alleanza 14 Marzo, guidata dal sunnita Saad Hariri. Sulle operazioni di voto vigilano circa 200 osservatori internazionali, in particolare della Missione di osservatori dell'Unione Europea guidata da Jose Ignacio Salafranca e del Centro Jimmy Carter. Davanti a un seggio a Beirut, l'ex presidente americano ha peraltro affermato di non avere timori sullo svolgimento delle elezioni, ma piuttosto "sull'accettazione dei risultati da alcune parti". Più sereno è parso il presidente libanese Michel Suleiman, che dopo aver votato nella sua città natale di Amshit, a Nord di Beirut, parlando con i giornalisti ha affermato che "la democrazia è una benedizione che dobbiamo proteggere e che ci distingue in Medio Oriente".
Alta l'affluenza - Il ministro degli interni Ziad Baroud ha intanto riferito che in mattinata è stato registrato un "alto livello di partecipazione" e che non si sono verificati incidenti. Tuttavia, in diverse zone ci sono state rimostranze per lo scarso numero di seggi rispetto all'affluenza, che ha creato lunghe file di elettori - di cui circa 100 mila sono giunti anche dall'estero - in attesa di poter votare. A vigilare sulla sicurezza, in tutto il Paese sono stati dispiegati circa 50 mila soldati e poliziotti, che pattugliano le strade e sostano davanti ai 1.753 seggi, in 26 circoscrizioni, a bordo di Humvee e mezzi blindati. I risultati, secondo quanto ha reso noto il ministero degli interni, dovrebbero essere annunciati domani in giornata.

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