domenica 25 febbraio 2024

 

Anziano

Nel silenzio di un normale giorno, un'etichetta improvvisa è stata appiccicata su di me, come un marchio che brucia sull'anima. "Anziano", hanno sussurrato, come se il tempo avesse scavato solchi indelebili sul mio volto. Ma nel riverbero di quella parola, ho sentito risuonare un'intera epopea, una sinfonia di vita intessuta di momenti e ricordi.

Sono nato tra i confini sfumati degli anni '60 e '70, un'era in cui i sogni danzavano sulla scia delle promesse. Cresciuto tra gli echi dei '70 e '80, ho respirato l'aria carica di speranza e cambiamento. Le pagine dei libri sono state le mie compagne fedeli negli anni '70 e '80, mentre i miei passi incerti hanno lasciato tracce indelebili sulla strada verso il sapere.

Nel 1989, le porte dell'amore si spalancarono per me, e nel 1990 sorrisi orgoglioso di diventare padre. Ma l'esistenza non è stata solo un flusso di momenti di gioia. Nel 2000, ho conosciuto il dolore dell'addio, un capitolo doloroso inciso nella carne della mia storia.

Eppure, nel crogiolo del tempo, ho trovato la saggezza. Nel 2010, ho abbracciato il sapere con una laurea in mano, un faro di luce nella notte oscura della mia incertezza. E oltre il 2020, ho piantato le radici della mia esistenza con fermezza, come un vecchio albero che si erge fiero contro il vento.

Sembra di aver vissuto secoli, di aver attraversato due millenni con passi incerti e cuore saldo. Dai fili telefonici intrecciati alle reti digitali che abbracciano il globo, ho visto il mondo danzare al ritmo dell'innovazione. Dalle diapositive polverose ai riflessi brillanti di YouTube, ho assistito alla trasformazione di ogni singolo aspetto della vita.

Noi nati negli anni 60, siamo stati testimoni dei primi balbettii dei computer, dei loro passi incerti sulla strada della conoscenza. Abbiamo abbracciato l'evoluzione con la stessa fede con cui abbiamo abbracciato il sole all'alba di un nuovo giorno. E nella danza perpetua del progresso, abbiamo indossato i panni di innovatori, di pionieri di un tempo che è stato e che sarà.

La nostra vita è stata un'odissea, un viaggio attraverso le ere, un'epica narrativa di cambiamento e adattamento. Siamo sopravvissuti alle tempeste della malattia, abbiamo cavalcato l'onda dell'innovazione con destrezza e coraggio. Siamo la generazione che ha conosciuto ogni sfumatura della vita, che ha dipinto il suo destino con pennellate audaci di speranza e resilienza.

Quindi alziamo le mani al cielo e applaudiamo, perché siamo stati i testimoni, i protagonisti di un'era unica. Siamo la sintesi di passato e futuro, il ponte tra ieri e domani. Siamo l'esempio vivente di come l'umanità possa affrontare il cambiamento con grazia e dignità. Siamo, semplicemente, la generazione che ha visto tutto.