martedì 30 giugno 2009

L’imprenditore agricolo - Agevolazioni imprenditorialità giovanile

Per il Codice Civile (ai sensi dell’art. 2135 C.C., come modificato dal D. Lgs. 228/2001), è imprenditore agricolo chi esercita una o più delle seguenti attività:
- coltivazione del fondo;
- selvicoltura;
- allevamento di animali;
- attività connesse.

In particolare si intendono “connesse” le attività, esercitate dal medesimo imprenditore agricolo, dirette alla manipolazione, conservazione, trasformazione, commercializzazione e valorizzazione che hanno ad oggetto:
- prodotti ottenuti prevalentemente dalla coltivazione del fondo o del bosco o dall’allevamento di animali;

- fornitura di beni o servizi mediante l’utilizzazione prevalente di attrezzature o risorse dell’azienda normalmente impiegate nell’attività agricola esercitata, ivi comprese le attività di valorizzazione del territorio e del patrimonio rurale e forestale, ovvero di ricezione ed ospitalità.Esempi di attività connesse possono essere: produzione e vendita diretta di olio, vino, miele, funghi, formaggi, ecc.
Due casi particolari sono costituiti da:
- attività agrituristica (quando cioè un imprenditore agricolo offre ai turisti, nei propri fondi, vitto e alloggio, utilizzando in prevalenza prodotti propri e organizzando talvolta attività ricreative o culturali): questa è considerata agricola se è secondaria rispetto all’attività principale e di carattere stagionale;
- vendita di prodotti agricoli al di fuori del luogo di produzione: può essere effettuata solo dopo aver fatto una apposita comunicazione al Comune competente per territorio. Ciò non comporta necessariamente l’acquisizione della natura di imprenditore commerciale anziché agricolo: l’inquadramento nell’una o nell’altra figura sarà legato alla prevalenza del reddito commerciale o agricolo.
L'imprenditore agicolo professionale
Ai sensi dell'art. 1 D.Lgs. 99/2004, la figura dell'imprenditore agricolo a titolo principale è stata sostituita con quella dell' imprenditore agricolo professionale ovvero colui che, in possesso di conoscenze e competenze professionali, dedichi alle attività agricole direttamente o in qualità di socio, almeno il 50% del proprio tempo e delle proprie energie "lavorative" e che ricavi dalle stesse attività almeno il 50% del proprio reddito globale di lavoro. Questi requisiti sono ridotti al 25% nel caso di attività svolta in zone svantaggiate. A tale soggetto, iscritto nella competente sezione previdenziale e assistenziale, sono riconosciute le agevolazioni tributarie in materia di imposizione diretta e creditizia già previste a favore delle persone fisiche in possesso della qualifica di coltivatore diretto. Gli imprenditori agricoli, i coltivatori diretti e le società semplici esercenti attività agricola devono iscriversi nel registro delle imprese. Le iscrizioni nel registro sono eseguite su domanda sottoscritta dell'interessato. Prima di procedere all'iscrizione, l'ufficio del registro deve accertare l'autenticità della sottoscrizione e la sussistenza dei requisiti richiesti dalla legge per l'iscrizione.
Le società agricole
Devono essere denominate società agricola, anche nella ragione sociale, quelle società che abbiano come unico oggetto sociale l'esercizio di attività agricole di cui all'art. 2135 c.c.
Le società agricole si distinguono in:
- società di persone in cui almeno un socio deve essere in possesso della qualifica di imprenditore agricolo professionale; nel caso di società in accomandita, il socio accomandatario.
- società cooperativa in cui almeno uno dei soci deve essere in possesso della qualifica, comprese le cooperative di aziende agricole.
- società di capitali in cui almeno un amministratore deve essere in possesso della qualifica di imprenditore agricolo professionale.
Le agevolazioni:

La piccola proprietà contadina
Sono concesse agevolazioni per la formazione e l'arrotondamento della proprietà contadina (legge 604/1954).Per formazione si intende l'acquisto di fondi rustici idonei alla formazione di una piccola proprietà a favore di coltivatori diretti non proprietari di terreno. I terreni sono idonei quando la loro superficie coltivabile è rapportata alla capacità lavorativa del nucleo famigliare. Per arrotondamento si intende il trasferimento di proprietà a qualsiasi titolo di fondi rustici con lo scopo di aumentare la dimensione aziendale. Le agevolazioni consistono nel pagamento delle imposte di registrazione in misura fissa (€. 129,11), nel pagamento dell'imposta catastale all'1% sul prezzo dichiarato nell'atto di acquisto e nell'esenzione dall'imposta di bollo.
Per aver diritto alle agevolazioni, è necessario:
-
possedere la qualifica di coltivatore diretto al momento dell'acquisto o impegnarsi ad ottenerla entro tre anni;
- non aver venduto nel biennio precedente all'acquisto fondi rustici o terreni di superficie superiore ad 11.000 m2;
- l'idoneità del fondo alla formazione o all'arrotondamento della proprietà contadina;
- impegno a condurre direttamente il fondo almeno per 5 anni successivi alla data dell'acquisto, senza venderne o affittarne alcuna parte.
Per poter accedere a tale agevolazione, i beneficiari devono produrre all'ufficio competente la seguente documentazione:
-
modello di domanda regolarmente compilato;
- stato di famiglia o autocertificazione;
- copia dell'atto di acquisto o preliminare di vendita regolarmente registrato;
- copia dell'atto notarile o copia dei certificati catastali a dimostrazione dei beni preposseduti;
- dichiarazione rilasciata dall'I.N.P.S, o autocertificazione, attestante il possesso della qualifica di coltivatore diretto.
Scarica la legge 604/19954 (36.08 KB)
L'imprenditorialità giovanile in agricoltura
E' considerato giovane imprenditore agricolo l'imprenditore agricolo avente un'età non superiore a 40 anni. Per favorire il ricambio generazionale è stata emanata la legge 441/98 che ha la finalità di promuovere e valorizzare l'imprenditoria giovanile nel settore agricolo e, in modo particolare, il primo insediamento dei giovani agricoltori che non hanno ancora compiuto 40 anni di età.
Possono accedere agli aiuti:

- giovani agricoltori che si insediano come imprenditori a titolo principale subentrando nella proprietà, nell'affitto o in altro diritto reale di godimento o come contitolari o corresponsabili nella conduzione stessa;
- i giovani agricoltori che subentrano come successori al precedente proprietario;
- le società semplici, in nome collettivo e cooperative a condizione che almeno i due terzi dei soci abbia meno di 40 anni e rivesta la qualifica di imprenditore agricolo a titolo principale;
- i giovani che si insediano , con le modalità innanzi descritte, come agricoltori a tempo parziale a patto che ricavino almeno il 50% del loro reddito totale dalle attività agricole, forestali, turistiche, artigianali, conservazione e manutenzione dello spazio naturale, ecc., purché questo non sia inferiore al 25% del reddito totale dell'imprenditore e il tempo di lavoro non superi la metà di quello dell' imprenditore;
- le società di capitali aventi per oggetto la conduzione di aziende agricole ed i conferimenti dei giovani agricoltori costituiscono oltre il 50% del capitale sociale e gli organi di amministrazione sono costituiti in maggioranza da giovani agricoltori.
Sono ammesse a finanziamento il primo insediamento dei giovani agricoltori, la formazione, la ristrutturazione fondiaria, l' acquisizione di nuove quote di produzione ed i servizi di sostituzione.
Le disposizioni fiscali.

Gli atti relativi ai fondi rustici oggetto di successione o donazione a giovani agricoltori, infatti, sono esenti dall'imposta di successioni e donazioni, dalle imposte catastali, di bollo e sono e soggetti alle sole imposte ipotecarie in misura fissa.Le rivalutazioni dei redditi dominicali e agrari non si applicano per i periodi di imposta durante i quali i terreni sono concessi in affitto per usi agricoli a giovani agricoltori.L'acquisto o la permuta di terreni da parte di giovani agricoltori sono assoggettati all'imposta di registro nella misura del 75%.
Relativamente alla ristrutturazione fondiaria l'aiuto è erogato dall'ISMEA, che finanzia fino al 60% iniziative di acquisto ed ampliamento di aziende agricole, in particolare quelle connesse al raggiungimento o ampliamento di una unità minima produttiva definita dalla regione secondo la localizzazione, l'indirizzo colturale, il fatturato e l'impiego di manodopera nonché presentazione di un piano di miglioramento aziendale e di un progetto di produzione, commercializzazione e trasformazione. L'ISMEA può inoltre realizzare programmi di ricomposizione fondiaria, secondo il regolamento Ce 1257/99, a favore dei giovani agricoltori, anche con obiettivi di riqualificazione nella gestione sostenibile delle risorse territoriali e partecipare al programma per il prepensionamento in agricoltura.
Le aziende condotte da giovani agricoltori che non riescono ad accedere agli aiuti destinati al miglioramento possono accedere alla garanzia fideiussoria sul 20% delle disponibilità della sezione speciale del Fondo Interbancario di garanzia.
Sulla Gazzetta Ufficiale n. 289 del 13-12-2007 sono stati pubblicati i decreti attuativi del decreto del Ministero delle politiche agricole alimentari e forestali recante le modalità operative di funzionamento del Fondo per lo sviluppo dell'imprenditoria giovanile in agricoltura, istituito dall'art. 1, comma 1068 della legge 27 dicembre 2006, n. 296 (c.d. Legge finanziaria 2007).
Per Saperne di più:
Scarica la legge n. 441/1998 (80.15 KB).
Scarica il Decreto per borse di studio per la frequenza di master universitari da parte di giovani imprenditori agricoli (40.82 KB).
Scarica il Decreto per contributi a copertura delle spese sostenute per i servizi di sostituzione, assistenza e consulenza in favore di giovani imprenditori agricoli (42.7 KB).
Scarica il Decreto per procedura concorsuale per la selezione di progetti di ricerca e sperimentazione nel settore dell'agricoltura proposti dalle piccole e medie imprese condotte da giovani imprenditori (143.34 KB).
Scarica il Decreto di istituzione di un premio indirizzato alle quindici migliori esperienze imprenditoriali giovanili in agricoltura (42.44 KB).

Investimenti italiani in Turchia


Turbina made in Italy nell'impianto solare del Samar kibbutz - Si tratta di una microturbina ad altissima tecnologia da 100 kW che e' stata collocata sulla sommita' di una torre alta 30 metri, che nel caso del kibbutz Samar, e' stata disegnata dallo studio architetti Haim Dotan.
Nei primi due mesi del 2009 gli IDE nel Paese sono cresciuti del 53%. Più che raddoppiate negli ultimi 4 anni le imprese italiane in Turchia secondo i dati della Camera di Commercio italiana di Istanbul.
L’Italia va in controtendenza sul territorio turco. Mentre il resto del mondo riduce gli investimenti diretti esteri in Turchia, il nostro Paese nei primi due mesi del 2009 ha registrato IDE in crescita del 53% rispetto all’anno scorso, a quota 17,8 milioni di euro. Anche l’interscambio con Ankara si è rivelato positivo nel primo trimestre 2009, raggiungendo i 2,8 miliardi di euro. Segno che siamo sul percorso giusto e che il Piano Mediterraneo, da me inaugurato ieri qui ad Istanbul per identificare nuove opportunità di investimento nei Paesi della sponda sud del Mediterraneo, è la mossa giusta per dare una scossa al nostro export”. È quanto ha affermato Adolfo UrsoVice Ministro allo Sviluppo economico con delega al Commercio Estero, incontrando a Istanbul la comunità imprenditoriale italiana in un convegno dal titolo “Italia e Turchia: Paesi vicini per partnership strategiche”, organizzato dalla Camera di Commercio Italiana in Turchia di Istanbul, dall’Ambasciata e dal Consolato d’Italia in Turchia. Urso ha anche incontrato il Ministro turco per il Commercio Estero, Zafer Caðlayan.
La missione di Urso in Turchia, realizzata assieme a Ice e Simest, prevede inoltre un’attenzione particolare al tema della sostenibilità ambientale e delle energie rinnovabili, sul quale la CCIE di Istanbul sta conducendo un progetto insieme con la Camera di Commercio Italiana di Izmir e altre Camere di Commercio Italiane presenti in Europa e Sud America.
“Contribuire alla costituzione di cooperazioni bilaterali tra PMI italiane del settore ambiente ed energia e controparti turche è uno degli obiettivi principali del nostro Progetto in materia di sostenibilità ambientale – ha sottolineato Giuseppe Alberto Moggi, Presidente della Camera di Commercio Italiana in Turchia – molte, infatti, possono essere le opportunità per le imprese italiane derivanti dal processo di privatizzazione in atto nel comparto, promosso dal Market Regulatory Authority (EMRA) turco. L’incremento dell’attrattività del mercato turco è peraltro confermato dall’aumento del numero delle imprese italiane in Turchia, che dal 2004 ad oggi sono cresciute di oltre 290 unità, raggiungendo quota 696 imprese, ovvero il 3,2% del tessuto imprenditoriale totale, e uno stock che supera i 3,8 miliardi di euro”.
Nel 2008 l’Italia si è posizionata prima nella classifica dei paesi esteri che si sono aggiudicati il maggior numero di contratti banditi da amministrazioni pubbliche turche (7), con un valore di circa 626 milioni di euro (il 38% dell’intero ammontare assegnato alle imprese estere nel 2008), in crescita di 441 milioni di euro rispetto al 2007.

La Giunta Cristaldi

Si e' insediato ieri mattina il nuovo sindaco di Mazara del Vallo, "Sarò il sindaco di tutti. Insieme cambieremo Mazara del Vallo". Lo ha detto oggi Nicola Cristaldi nel suo insediamento ufficiale alla guida della città.
Il primo cittadino, dopo un breve saluto con il sindaco uscente Giorgio Macaddino, ha subito ufficializzato i nomi dei componenti della Giunta.
I Nuovi Assessori Comunali a Mazara sono:
  • Giovan Battista Quinci, nominato anche vicesindaco - Rapporti con il Consiglio comunale, Pesca, Lavori pubblici e Servizi alla città.
  • Pietro Ingargiola - Sport, Attività ricreative e Politiche giovanili.
  • Antonino Zizzo - Urbanistica, Territorio, Ambiente, Ville e Giardini.
  • Francesco Ditta - Politiche comunitarie, Attività produttive, Commercio, Industria, Artigianato e Agricoltura.
  • Giuseppe Siragusa - Bilancio, Programmazione, Società partecipate e Personale.
  • Riccardo La Rosa - Trasparenza, Legalità, Solidarietà sociale e Pubblica istruzione.
  • Il Sindaco ha tenuto per sé le deleghe alla Cultura, agli Eventi, alla Polizia municipale e alla Protezione civile.

lunedì 29 giugno 2009

¿Quién fue María Magdalena?

Los datos que nos ofrecen los evangelios son escuetos. Lc 8,2 nos informa que entre las mujeres que seguían a Jesús y le asistían con sus bienes estaba María Magdalena, es decir, una mujer llamada María, que era oriunda de Migdal Nunayah, en griego Tariquea, una pequeña población junto al lago de Galilea, a 5,5 km al norte de Tiberias. De ella Jesús había expulsado siete demonios (Lc 8,2; Mc 16,9), que es lo mismo que decir “todos los demonios”. La expresión puede entenderse como una posesión diabólica, pero también como una enfermedad del cuerpo o del espíritu.
Los evangelios sinópticos la mencionan como la primera de un grupo de mujeres que contemplaron de lejos la crucifixión de Jesús (Mc 15,40-41 y par.) y que se quedaron sentadas frente al sepulcro (Mt 27,61) mientras sepultaban a Jesús (Mc 15,47). Señalan que en la madrugada del día después del sábado María Magdalena y otras mujeres volvieron al sepulcro a
ungir el cuerpo con los aromas que habían comprado (Mc 16,1-7 y par); entonces un ángel les comunica que Jesús ha resucitado y les encarga ir a comunicarlo a los discípulos (cf. Mc 16,1-7 y par).
San Juan presenta los mismos datos con pequeñas variantes. María Magdalena está junto a la Virgen María al pie de la cruz (Jn 19,25). Después del sábado, cuando todavía era de noche se acerca al sepulcro, ve la losa quitada y avisa a Pedro, pensando que alguien había robado el cuerpo de Jesús (Jn 20,1-2). De vuelta al sepulcro se queda llorando y se encuentra con Jesús resucitado, quien le encarga anunciar a los discípulos su vuelta al Padre (Jn 20,11-18). Esa es su gloria. Por eso, la tradición de la Iglesia la ha llamado en Oriente “isapóstolos” (igual que un apóstol) y en Occidente “apostola apostolorum” (apóstol de apóstoles). En Oriente hay una tradición que dice que fue enterrada en Éfeso y que sus reliquias fueron llevadas a Constantinopla en el siglo IX.
María Magdalena ha sido identificada a menudo con otras mujeres que aparecen en los evangelios. A partir de los siglos VI y VII, en la Iglesia Latina se tendió a identificar a María Magdalena con la mujer pecadora que, en Galilea, en casa de Simón el fariseo, ungió los pies de Jesús con sus lágrimas (Lc 7,36-50). Por otra parte, algunos Padres y escritores eclesiásticos, armonizando los evangelios, habían identificado ya a esta mujer pecadora con María, la hermana de Lázaro, que, en Betania, unge con un perfume la cabeza de Jesús (Jn 12,1-11; Mateo y Marcos, en el pasaje paralelo no dan el nombre de María, sino que dicen que fue una mujer y que la unción ocurrió en casa de Simón el leproso (Mt 26,6-13 y par). Como consecuencia, debido en buena parte a San Gregorio Magno, en Occidente se extendió la idea de que las tres mujeres eran la misma persona. Sin embargo, los datos evangélicos no sugieren que haya que identificar a María Magdalena con María, la que le unge a Jesús en Betania, pues parece que ésta es la hermana de Lázaro (Jn 12,2-3). Tampoco permiten deducir que sea la misma que la pecadora que según Lc 7,36-49 ungió a Jesús, aunque la identificación es comprensible por el hecho de que San Lucas, inmediatamente después del relato en que Jesús perdona a esta mujer, señala que le asistían algunas mujeres, entre ellas María Magdalena, de la que había expulsado siete demonios
(Lc 8,2). Además, Jesús alaba el amor de la mujer pecadora: “Le son perdonados sus muchos pecados, porque ha amado mucho” (Lc 7,47) y también se descubre un gran amor en el encuentro de María con Jesús después de la resurrección (Jn 20,14-18). En todo caso, aun cuando se tratara de la misma mujer, su pasado pecador no es un desdoro. Pedro fue infiel a Jesús y Pablo un perseguidor de los cristianos. Su grandeza no está en su impecabilidad sino en su amor. Por su papel de relieve en el evangelio fue una figura que recibió especial atención en algunos grupos marginales de la primitiva Iglesia. Son fundamentalmente sectas gnósticas, cuyos escritos recogen revelaciones secretas de Jesús después de la resurrección y recurren a la figura de María para trasmitir sus ideas. Son relatos que no tienen fundamento histórico. Padres de la Iglesia, escritores eclesiásticos y otras obras destacan el papel de María como discípula del Señor y proclamadora del Evangelio. A partir del siglo X surgieron narraciones ficticias que ensalzaban su persona y que se difundieron sobre todo por Francia. Allí nace la leyenda que no tiene ningún fundamento histórico de que la Magdalena, Lázaro y algunos más, cuando se inició la persecución contra los cristianos, fueron de Jerusalén a Marsella y evangelizaron la Provenza.
Conforme a esta leyenda, María murió en Aix-en- Provence o Saint Maximin y sus reliquias fueron llevadas a Vézelay.
BIBLIOGRAFÍA: V. SAXER, Maria Maddalena, en Biblioteca Sanctorum VIII, Roma 1966, 1078-1104; M. FRENSCHKOWSKI, “Maria Magdalena”, en Biographisch-Bibliographischen Kirchenlexikons.
http://www.opusdei.org/ – Textos elaborados por un equipo de profesores de Teología de la Universidad de Navarra dirigidos por Francisco Varo.

Creare Impresa In Europa

L’impegno dell’UE è quello di agevolare la costituzione di nuove imprese, minimizzandone i costi e semplificando gli iter burocratici.
Il trattato che istituisce la Comunità Europea prevede all’art. 43 il principio della libertà di stabilimento, consentendo agli imprenditori di costituire un'impresa in qualsiasi paese dell'UE.
CAPO 2 IL DIRITTO DI STABILIMENTO Articolo 43 Nel quadro delle disposizioni che seguono, le restrizioni alla libertà di stabilimento dei cittadini di uno Stato membro nel territorio di un altro Stato membro vengono vietate. Tale divieto si estende altresì alle restrizioni relative all'apertura di agenzie, succursali o filiali, da parte dei cittadini di uno Stato membro stabiliti sul territorio di un altro Stato membro. La libertà di stabilimento importa l'accesso alle attività non salariate e al loro esercizio, nonché la costituzione e la gestione di imprese e in particolare di società ai sensi dell'articolo 48, secondo comma, alle condizioni definite dalla legislazione del paese di stabilimento nei confronti dei propri cittadini, fatte salve le disposizioni del capo relativo ai capitali.”
Sportelli unici per il settore dei servizi
La direttiva sui servizi impone ai paesi dell'UE di semplificare tutte le procedure legate all'accesso ad un'attività di servizi e al suo esercizio. Entro la fine del 2009, le imprese che prestano servizi devono poter espletare tutte le formalità necessarie, relative ad esempio ad autorizzazioni, notifiche o licenze ambientali, attraverso sportelli unici, a distanza e per via elettronica.
Manuale per l'attuazione della direttiva servizi [745 kb]

Sportelli unici per tutti i settori
I governi nazionali hanno deciso di dare attuazione, entro la fine del 2007, ai seguenti impegni:

  • istituire una forma di sportello unico per la creazione di un'impresa, per consentire agli imprenditori di espletare tutte le procedure richieste (relative ad esempio a registrazione, imposte, IVA e sicurezza sociale) attraverso un punto di contattoamministrativo unico, fisico (ufficio), virtuale (web) o di entrambi i tipi;
  • ridurre i tempi richiesti per la registrazione di una nuova impresa ad una settimana;
  • ridurre le spese di avviamento.
Sebbene i tempi per la registrazione si siano accorciati, essi variano ancora notevolmente da un paese all'altro.
Rispetto degli obiettivi UE relativi alla creazione di un'impresa da parte dei vari paesi (dicembre 2007)
Questa volontà è stata ribadita nello "Small Business Act", nel quale i paesi dell'UE si impegnano anche ad abbreviare i tempi richiesti per ottenere le licenze commerciali.
Small Business Act
L'UE verificherà in che misura i governi nazionali tengono fede a tali impegni.
Il successo di una nuova impresa dipende però, oltre che da procedure di costituzione semplici, anche da una solida strategia commerciale e da finanziamenti sicuri.
Se le grandi aziende ricorrono generalmente ai mercati finanziari per generare investimenti, per le piccole imprese le fonti di accesso ai finanziamenti sono piuttosto limitate.
Prestiti bancari
- Prima di concedere un prestito, le banche valutano i rischi relativi delle imprese, calcolando la crescita prevista e la capacità di rimborso.
- Tendono quindi a rifiutare un prestito quando comporta un rischio potenzialmente elevato e un rendimento limitato, come spesso avviene per i prestiti di modesta entità.
- L'intervento di un terzo può agevolare il prestito da parte di una banca mediante un sistema di garanzia, con il quale copre parte del rischio assunto dalla banca.
Capitale di rischio
Le piccole imprese che presentano un rischio troppo elevato per le banche, e che quindi non hanno la possibilità di accedere al credito, possono procurarsi fondi aumentando il proprio capitale.
Gli investitori hanno così la facoltà di fornire capitale di rischio a piccole imprese innovative con forti potenzialità di crescita, se possono attendersi dalla loro partecipazione un rendimento considerevole.
Combinazione prestiti/partecipazioni
Il cosiddetto finanziamento mezzanino o quasi-equity, una combinazione di prestiti e partecipazioni, viene spesso utilizzato per finanziare l'espansione o il trasferimento di proprietà di imprese mature, per le quali gli investitori possono facilmente stimare il rischio.
Partecipano al trasferimento di proprietà tre parti:
- l'investitore, che fornisce il mix di prestiti e capitale di rischio;
- il venditore, che generalmente riceve il contante:
- l'acquirente, che acquisisce una partecipazione rilevante nel capitale dell'impresa e si accolla un livello accettabile dei debiti aziendali.
Sebbene, data la sua complessità, questo finanziamento sia generalmente disponibile soltanto per le transazioni che superano i 5 milioni di euro, il finanziamento mezzanino viene usato in misura crescente nelle transazioni di più modesta entità.
Sovvenzioni
Per incoraggiare le imprese a concentrare gli sforzi in determinati settori economici, come l'innovazione e l'ambiente, l'UE e i governi nazionali offrono incentivi sotto forma di sovvenzioni, generalmente al fine di cofinanziare attività all'interno di determinati progetti.
Avviare una propria impresa - 7 regole d'oro
Regola n. 1 - passare in rassegna i propri punti di forza e le proprie debolezze
- Migliorate i punti deboli e/o delegate i compiti che non sono il vostro forte.
- Utilizzate i tanti libri e siti web di autovalutazione presenti sul mercato.
- Chiedete riscontro alle persone del vostro ambiente.
Regola n. 2 - le opportunità richiedono una pianificazione
- La vostra idea imprenditoriale ha possibilità di crescita?
- Esiste una domanda da parte dei clienti - ora e in seguito?
- Sarà sufficientemente redditizia?
Regola n. 3 - tenere d'occhio i rischi
-
La vostra azienda è abbastanza solida - specialmente dal punto di vista finanziario - per superare i primi periodi magri?
- Identificate e riducete i principali fattori di rischio, come ad esempio la dipendenza da un solo fornitore o da circostanze esterne specifiche.
- Tenete sempre pronto un fondo spese impreviste per gli eventi inattesi.
Regola n. 4 - pianificare e tenere sotto controllo l'andamento degli affari in modo da poter:
-
Dedicare tempo e denaro alle cose giuste.
- Riconoscere in anticipo quando è necessario attuare un cambiamento fondamentale di strategia.
Regola n. 5 - non tutto funziona la prima volta
- Molte imprese di successo hanno faticato nei primi tempi.
- Gli imprenditori di successo non sono infallibili, ma sono capaci di rispondere prontamente agli sviluppi imprevisti, quindi dovete tenere questi ultimi in considerazione.
Regola n. 6 - fare tesoro delle esperienze altrui
- Parlate con il maggior numero possibile di imprenditori di successo... ... e con altrettanti che hanno fallito.
- Ponete quante più domande possibili, in modo da trarre insegnamento dai loro errori.
Regola n. 7 - chiedere aiuto
-
Non abbiate paura di chiedere aiuto.
- La vostra famiglia approva i vostri progetti?
- Ricorrete a tutti i servizi di consulenza disponibili per l'avvio di nuove imprese.
- Coltivate i rapporti professionali e personali
Per Saperne di Più:
Fonte: ec.europa.eubusiness

domenica 28 giugno 2009

Internal Market Information system - scambio di dati multilingue

L’Italia è il primo Stato membro dell’Unione europea, insieme alla Bulgaria, a dotarsi di una sezione web dedicata al sistema IMI (Internal Market Information system), rete di dialogo tra pubbliche amministrazioni per la corretta applicazione delle Direttive qualifiche e servizi.
IMI è uno strumento elettronico multilingue di scambio di dati, utilizzato dalle autorità dei 27 Stati membri dell'UE (nonché Liechtenstein, Norvegia e Islanda), competenti per l’applicazione delle disposizioni in materia di qualifiche professionali e servizi nel mercato interno In futuro il sistema si estenderà anche ad altri settori legislativi del mercato interno.
Pur essendo il sistema accessibile unicamente alle autorità competenti registrate, il nuovo servizio di helpdesk - disponibile sul sito del Dipartimento Politiche Comunitarie, cui fa capo il coordinamento nazionale - permette a cittadini (consumatori, prestatori di servizi), amministrazioni ed enti non registrati nel sistema di ottenere indirizzi e orientamento, e accedere a informazioni relative all’applicazione della normativa vigente.
Il progetto pilota del sistema è partito nel gennaio 2009 e proseguirà fino al 28 dicembre 2009, data del recepimento della direttiva servizi nell’ordinamento nazionale in tutti gli Stati membri.
Uno degli obiettivi fissati dalla Commissione per l’attuale fase di sperimentazione del sistema era appunto la pubblicazione - da parte degli Stati membri - di una sezione web dedicata all’IMI.
Fonte: Dipartimento politiche comunitarie
Il Sistema IMI (Internal Market Information) è uno strumento elettronico multilingue di scambio di dati, utilizzato dalle autorità dei 27 Stati membri dell'UE (nonché Liechtenstein, Norvegia e Islanda) competenti per l’applicazione delle disposizioni in materia di:
qualifiche professionali, cfr. Direttiva 2005/36/CE [.pdf - 573,5 Kbyte]
servizi nel mercato interno, cfr. Direttiva 2006/123/CE [.pdf - 216 Kbyte]
In futuro il Sistema IMI si estenderà anche ad altri settori legislativi del mercato interno.
L'IMI è stato realizzato per facilitare la cooperazione amministrativa e garantire il controllo dei prestatori e dei loro servizi, siano essi stabiliti in uno Stato membro diverso da quello di provenienza, o occasionalmente prestatori di un servizio in uno Stato transfrontaliero.
Hanno accesso all'IMI solo le autorità competenti, registrate nel Sistema. Possono effettuare scambio di informazioni le autorità competenti IMI (Amministrazioni centrali, enti locali ed organismi) registrate nel Sistema IMI.
Autorità competenti registrate nel sistema IMI - Coordinata dalla Presidenza del Consiglio dei Ministri, l’architettura organizzativa e legislativa a sostegno dello scambio di informazioni in rete (nel rispetto delle norme di tutela dei dati personali) sarà perfezionata con la registrazione, nella rete IMI, di altre Amministrazioni centrali e di tutte le Regioni italiane.
I referenti regionali da accreditare nel Sistema IMI saranno designati in tempi brevi.
Ai fini della registrazione Solo il Coordinatore nazionale IMI (Dipartimento Politiche Comunitarie) può abilitare le autorità competenti, attivando la loro richiesta di registrazione, redatta compilando apposita modulistica.
Gli operatori abilitati ad effettuare gli scambi per un'autorità competente registrata, si chiamano utenti e operano gli scambi di informazioni con autorità competenti di altri Stati membri, anch’esse registrate nel sistema IMI.
Gli utenti IMI operano nel sistema a seconda del profilo operativo acquisito. Sono abilitati ad intervenire soltanto gli operatori di ogni autorità registrata, debitamente accreditati con apposite procedure, con profili specifici di accesso e gestione dei dati.
Helpdesk IMI
Amministrazioni, enti, organismi non registrati nel Sistema IMI, persone giuridiche e fisiche (i cittadini), siano essi prestatori di servizi o destinatari di servizi, non possono avvalersi direttamente del Sistema, ma possono rivolgersi al Helpdesk IMI per informazioni relative a:- autorità competenti registrate nell’ IMI negli Stati Ue e SEE;- organismi, enti, associazioni ed organizzazioni dello Stato membro in cui risiedono presso i quali ottenere assistenza.
Le autorità competenti non registrate nel sistema IMI possono avvalersi del helpdesk IMI per chiedere informazioni.
Scambio di Informazioni tra le autorità competenti registrate nel Sistema IMI
Le informazioni possono essere scambiate - se necessarie per garantire il controllo dei prestatori e dei loro servizi - se sorgono dubbi circa l’accuratezza dell’informazione fornita da un prestatore di servizi e/o l’autenticità del documento.
Ciò sia in caso un prestatore di servizi intenda stabilirsi in uno Stato membro, che il prestatore di servizi stabilito in uno Stato membro intenda fornire servizi in un altro Stato transfrontaliero.
Lo Stato membro in cui il prestatore di servizi intende stabilirsi potrebbe richiedere informazioni ad un altro Stato membro per accertare la conformità con alcuni requisiti nazionali e/o evitare la duplicazione dei requisiti (se il prestatore di servizi fosse già stabilito in un altro Stato membro); per controllare l’autenticità dei documenti presentati e/o se una persona ha la delega per agire per conto del prestatore di servizi.
Lo Stato membro in cui il servizio viene prestato potrebbe voler chiedere allo Stato membro di stabilimento se un prestatore fornisce legittimamente i propri servizi.
Le richieste devono specificare la ragione della richiesta, essere debitamente motivate e non creare inutili duplicazioni. Ogni Stato membro è responsabile della revisione e dell’attuazione dei propri requisiti (per quanto siano applicabili) di accesso al mercato dei servizi.
Settori di attività e qualifiche professionali oggetto di scambi di cooperazione amministrativa tramite il Sistema IMI
E’ in atto lo scambio sperimentale di informazioni tra autorità competenti registrate nell’IMI delimitate a specifici settori-campione:
qualifiche professionali (medico, farmacista, fisioterapista, contabile, architetti, insegnanti scuole secondarie, infermieri, ostetrici, veterinari, dentisti, tecnici di radiologia);
servizi (edilizia ed il suo indotto, agenzie immobiliari, agenzie di viaggi e tour operator, servizi di catering, servizi correlati alle professioni di veterinario ed architetto, servizi legali).
La fase di sperimentazione si concluderà il 28 dicembre 2009, data della trasposizione della direttiva servizi negli ordinamenti nazionali.
I referenti nazionali sono:
Francesco Lombrassa: Coordinatore nazionale IMI (Nimic);
Donatella Bini: Supervisione del rinvio, gestione dati, formazione;
Gilda Arcese: Gestione dati, formazione;
Helpdesk IMI: nimic@governo.it

CONCERN FOR OBAMA the arrest of the President of Honduras


The U.S. president, Barack Obama, has expressed "deep concern" about the arrest of the President of Honduras, Manuel Zelaya, from the military. "I call on all political and social actors in Honduras to meet democratic standards, the law and the commitments of the Charter inter-American democracy," said the U.S. president in a statement issued by the White House. "Each and every tension existing dispute should be resolved peacefully through a dialogue free from outside interference," added Obama. From Corfu 'foreign ministers of the EU has "strongly condemned" by requesting "urgent release". In a paper published today in Corfu, on the sidelines of the meeting of the OSCE, the 27 Ministers want a quick "return to constitutional normality" in the country centramericano. The Organization of American States (OAS) has announced that it has convened an emergency meeting for the 15th time today (21 in Italy) to analyze the situation of the Organization Honduras.Il President José Miguel Insulza, condemned the "coup d'etat.

"In no way can be accepted a usurper government, absolutely will not be recognized by anyone." These are the words of Honduran President Manuel Zelaya, at San Jose 'Costa Rica, where and' was brought after the military coup in Honduras. Zelaya has stated that it had not requested asylum and spoke of seizure by the military. He then gave details dell'assalto the presidential palace in Tegucigalpa: "machine gun have my house, I hope there were no injuries. My guard of honor has resisted for at least twenty minutes, I was awakened by gunfire and screams. I was actually taken away in pajamas, "said Zelaya. The military, he added, have "shot, and I had to protect myself from the blows I have threatened and pointed against the weapons." The President has appealed to his fellow citizens because 'react without violence. Zelaya has called on the other hand to "all sectors" of society to speak out against the coup, stating that it intends to listen to, inter alia, the opinion of the Catholic Church. The authors of the coup d'etat "and will only leave full of shame" from this incident, said Zelaya, who has called for "the immediate return" to the rule of law, "who was raped." Meanwhile, tension came to Tegucigalpa where, according to witnesses, Armored were deployed on the streets. Tear gas were fired on a group of about 500 demonstrators in front of the presidential palace. What is going on in Honduras against President Manuel Zelaya was a "coup d'etat troglodyte" said the president of Venezuela, Hugo Chavez, in statements to the network Telesur. The arrest comes after the delicate institutional crisis that had opened following the decision to remove Zelaya of the Chief of Staff of the armed forces, Romeo Vasques: disputed decision by the military, whose reinstatement had been withdrawn on the other requested by the Supreme Court of the Central American country. At the center of the long arm of iron-military president there's a controversial referendum held by Zelaya and planned for today, by which the President shall seek to obtain a constitutional reform that would occur for a second presidential term of four years .
Fonte: Ansa

FONDO REGIONALE PER IL COMMERCIO - Regione Sicilia

E' un fondo costituito dalla Regione, con il quale possono concesse diverse tipologie di agevolazioni in favore delle piccole e medie imprese commerciali che svolgono le attività comprese nel decreto assessoriale n. 186 dell'11 febbraio 1997, con esclusione di quelle che esercitano la commercializzazione di prodotti agricoli.

Per la concessione del contributo a fondo perduto sono richiesti requisiti particolari
Le piccole e medie imprese commerciali sono quelle che hanno meno di 250 dipendenti, con un fatturato annuo che non superi € 50 milioni (o un totale di bilancio annuo che non superi € 43 milioni), il cui capitale sociale o i diritti di voto non devono essere posseduti, per il 25% o più, da una o congiuntamente da più imprese di dimensioni superiori.
Le agevolazioni concedibili riguardano, essenzialmente:
1) Aiuti agli investimenti tramite finanziamenti agevolati fino all'importo di € 258.228,45;
2) contributi in conto interessi su mutui a fronte di investimenti, contratti con gli istituti di credito per un importo superiore a € 100.000,00 e fino a € 516.456,90;
3) Contributi a fondo perduto agli esercizi di vicinato (entro i limiti del 20% delle disponibilità del fondo);
4) operazioni di leasing agevolato di importo compreso tra € 15.493,71 e € 258.228,45;
contributi in conto interessi per credito di avviamento;
5) contributi in conto interessi per credito di esercizio;
6) contributi in conto interessi per credito su anticipazioni per cessione di crediti commerciali;
7) contributi in conto interessi per il ripianamento di debiti.
Se si scende nei dettagli.
1) FINANZIAMENTI AGEVOLATI FINO ALL’IMPORTO DI € 258.228,45 (art. 60 comma 1, punto 1)
Istituto di credito competente
Banca Nuova, facente parte del “Gruppo Banca Popolare di Vicenza” (consultabile al sito: http://www.bancanuova.it/);
Le domande vanno indirizzate alla sede di via Mariano Stabile, 216- 90141 PALERMO
Spese ammesse
1) l'acquisto dei locali, o l'acquisto dell'area e le spese per la realizzazione dei locali aziendali, le spese per l'ampliamento, la trasformazione e l'adattamento dei locali;
2) l'acquisto delle attrezzature o rinnovo degli arredi;
3) le spese per la certificazione della qualità, per l'innovazione tecnologica, per l'acquisto di programmi gestionali informatici, per contratti di franchising, per la tutela ambientale (per tali spese, però, l'intervento regionale è limitato al 25% degli investimenti ammessi);
4) le spese per la realizzazione di ludoteche e di strutture per lo sport, lo spettacolo e il tempo libero.
Tipo di agevolazione concessa - Finanziamenti agevolati pari al 75% degli investimenti ammessi.
N.B. - Se si intendono realizzare solo investimenti compresi nelle voci b) e c), il limite massimo del finanziamento è ridotto del 40%
Tasso di interesse e durata del mutuo
Il tasso di interesse a carico dell'impresa è pari al 40% del tasso di riferimento fissato dalla Commissione Europea (a luglio 2005 il tasso di riferimento era il 4,08%). Nel caso di cooperative o giovani imprenditori, il tasso a loro carico scende al 30%.
La durata massima del finanziamento è di 12 anni, compresi 2 anni di preammortamento.
2) FINANZIAMENTI PER IMPORTI SUPERIORI A € 100.000,00 E FINO A € 516.456,90 (art. 60, comma 1, punto 2)
Istituto di credito competente
Banche ed istituti di credito convenzionati con Banca Nuova.
Spese ammesse
1) l'acquisto dei locali, o l'acquisto dell'area e le spese per la realizzazione dei locali aziendali, le spese per l'ampliamento, la trasformazione e l'adattamento dei locali;
2) l'acquisto delle attrezzature o rinnovo degli arredi;
3) le spese per la certificazione della qualità, per l'innovazione tecnologica, per l'acquisto di programmi gestionali informatici, per contratti di franchising, per la tutela ambientale (per queste spese, però, l'intervento regionale è limitato al 25% degli investimenti);
4) le spese per la realizzazione di ludoteche e di strutture per lo sport, lo spettacolo e il tempo libero.
Tipo di agevolazione concessa
Finanziamento agevolato pari al 75% degli investimenti ammessi.
N.B. Se si intendono realizzare solo investimenti compresi nelle voci b) e c), il limite massimo del finanziamento è ridotto del 40%.
Tasso di interesse e durata del mutuo
Il tasso applicato è liberamente determinato tra la Banca convenzionata e l'impresa commerciale e non può superare il tasso di riferimento fissato dalla Commissione Europea maggiorato di 2 punti (a luglio del 2005 il tasso di riferimento era il 4,08%). Può essere fisso o variabile. Il contributo sugli interessi è pari al 60% del tasso sopra determinato (70% nel caso di cooperative o giovani imprenditori). La durata massima del finanziamento è di 12 anni, compresi 2 anni di preammortamento.
3) CONTRIBUTI A FONDO PERDUTO (art. 60, comma 1, punto 3)
Istituto di credito competente - Banca Nuova, facente parte del “Gruppo Banca Popolare di Vicenza” (consultabile al sito: http://www.bancanuova.it/); le domande vanno indirizzate alla sede di via Mariano Stabile, 216- 90141 PALERMO
Imprese beneficiarie
Esercizi di vicinato.
Gli esercizi di vicinato sono i piccoli esercizi con superficie di vendita di:
100 mq nei comuni con popolazione fino a 10.000 abitanti;
150 mq nei comuni con popolazione da 10.000 a 100.000 abitanti;
200 mq nei comuni con popolazione superiore a 100.000 abitanti.
Spese ammesse
1) l'acquisto dei locali, o l'acquisto dell'area e le spese per la realizzazione dei locali aziendali, le spese per l'ampliamento, la trasformazione e l'adattamento dei locali;
2) l'acquisto delle attrezzature o rinnovo degli arredi;
3) le spese per la certificazione della qualità, per l'innovazione tecnologica, per l'acquisto di programmi gestionali informatici, per contratti di franchising, per la tutela ambientale (per tali spese, però, l'intervento regionale è limitato al 25% degli investimenti);
4) le spese per la realizzazione di ludoteche e di strutture per lo sport, lo spettacolo e il tempo libero.
Tipo di agevolazione concessa
Contributo a fondo perduto fino ad un massimo del 30% degli investimenti ammessi, e comunque non superiore a € 20.000,00.
4) OPERAZIONI DI LEASING AGEVOLATO
(art . 60, comma 1, punto 4)
Istituto competente
Società di locazione finanziaria convenzionate con Banca Nuova.
Spese ammesse
1) l'acquisto dei locali, o l'acquisto dell'area e le spese per la realizzazione dei locali aziendali, le spese per l'ampliamento, la trasformazione e l'adattamento dei locali;
2) l'acquisto delle attrezzature o rinnovo degli arredi;
3) le spese per la realizzazione di ludoteche e di strutture per lo sport, lo spettacolo e il tempo libero.
Tipo di agevolazione concessa
Contributo in conto canoni, con facoltà dell'impresa di diventare, al termine della locazione e dietro versamento di un prezzo stabilito, proprietaria dei beni acquistati. L'importo finanziabile è compreso tra € 15.493,71 e € 258.228,45.
Tasso di interesse e durata del contratto di leasing
Il tasso applicato è liberamente determinato tra la società di leasing convenzionata e l'impresa commerciale e non può superare il tasso di riferimento fissato dalla Commissione Europea maggiorato di 2 punti (a luglio del 2005 il tasso di riferimento era il 4,08%). Può essere fisso o variabile. Il contributo sugli interessi è pari al 60% del tasso sopra determinato (70% nel caso di cooperative o giovani imprenditori).
La durata massima del contratto è di 5 anni per i beni mobili, 8 anni per i beni immobili.
5) CREDITO DI AVVIAMENTO (art. 63, comma 1, punto a)
Istituto di credito competente
Banche ed istituti di credito convenzionati con Banca Nuova.
Tipo di agevolazione concessa
Apertura di un credito di importo compreso tra € 5.164,57 e € 103.291,38 da parte delle banche, in favore di soggetti che intendono avviare una nuova impresa commerciale. Il credito può essere utilizzato per l'acquisto di scorte preordinate all'avviamento dell'attività, o per i pagamenti di emolumenti e compensi dovuti a terzi per i servizi resi all'impresa.
Tasso di interesse e durata dell'operazione
Il tasso applicato è liberamente determinato tra la Banca convenzionata e l'impresa commerciale, e non può superare il tasso di riferimento fissato dalla Commissione Europea maggiorato di 2 punti (a luglio del 2005 il tasso di riferimento era il 4,08%). Può essere fisso o variabile. Il contributo sugli interessi è pari al 60% del tasso sopra determinato (70% nel caso di cooperative o giovani imprenditori).
Le somme dovranno essere utilizzate entro 6 mesi dalla concessione e rimborsate entro il termine di 48 mesi, tramite rate mensili o trimestrali posticipate.
Condizioni
Le somme devono essere utilizzate esclusivamente previa comunicazione dell'impresa alla banca la quale, verificata la corrispondenza della causale con quelle ammesse dall'agevolazione regionale, provvede al pagamento dei creditori. L'ammontare complessivo del contributo deve rispettare i massimali fissati dalla Commissione Europea per gli aiuti “de minimis”.
6) CREDITO DI ESERCIZIO (art. 63, comma 1, punto b)
Istituto di credito competente
Banche ed istituti di credito convenzionati con Banca Nuova.
Tipo di agevolazione concessa
Apertura di un credito di importo compreso tra € 5.164,57 e € 103.291,38 da parte delle banche, per garantire le esigenze gestionali dell'impresa commerciale. L'ammontare del credito non può superare il 60% dei costi sostenuti e documentati dall'impresa nel corso dell'anno precedente, per acquisti di beni non duraturi e necessari all'esercizio dell'attività, o per i pagamenti di compensi a terzi per i servizi resi all'impresa.
Tasso di interesse e durata dell'operazione
Il tasso applicato è liberamente determinato tra la Banca convenzionata e l'impresa commerciale e non può superare il tasso di riferimento fissato dalla Commissione Europea maggiorato di 2 punti (a luglio del 2005 il tasso di riferimento era il 4,08%). Può essere fisso o variabile. Il contributo sugli interessi è pari al 60% del tasso sopra determinato (70% nel caso di cooperative o giovani imprenditori). Le somme dovranno essere utilizzate entro 6 mesi dalla concessione e rimborsate entro il termine di 48 mesi, tramite rate mensili o trimestrali posticipate.
Condizioni - Le somme devono essere utilizzate esclusivamente previa comunicazione dell'impresa alla banca la quale, verificata la corrispondenza della causale con quelle ammesse dall'agevolazione regionale, provvede al pagamento dei creditori. L'ammontare complessivo del contributo deve rispettare i massimali fissati dalla Commissione Europea per gli aiuti “de minimis”.
7) ANTICIPAZIONI PER CESSIONE DI CREDITI COMMERCIALI (art. 63, comma 1, punto c)
Istituto competente
Banche ed istituti di credito convenzionati con Banca Nuova.
Tipo di agevolazione concessa - Apertura di un credito di importo compreso tra € 5.164,57 e € 103.291,38, a fronte della cessione dei crediti commerciali.
Tasso di interesse e durata dell'operazione
Il tasso applicato è liberamente determinato tra la Banca convenzionata e l'impresa commerciale, e non può superare il tasso di riferimento fissato dalla Commissione Europea maggiorato di 2 punti (a luglio del 2005 il tasso di riferimento era il 4,08%). Può essere fisso o variabile. Il contributo sugli interessi è pari al 60% del tasso sopra determinato (70% nel caso di cooperative o giovani imprenditori).
L'apertura del credito ha durata massima di 18 mesi e potranno essere presentate, entro il suddetto termine, anche più fatture.
L'ammontare complessivo del contributo deve rispettare i massimali fissati dalla Commissione Europea per gli aiuti “de minimis”.
8) RIPIANAMENTO DEBITI (art. 63, comma 1, punto d)
Istituto di credito competente
Banche ed istituti di credito convenzionati con Banca Nuova.
Tipo di agevolazione concessa
Contributo in conto interessi per il ripianamento dei debiti maturati al 30/06/2005 attraverso piani di risanamento concordati con le banche.
L'importo finanziabile, che dovrà essere compreso tra € 15.493,71 e 258.228,45, sarà quello risultante minore tra quello determinato al 30/06/2005 e quello risultante al momento della presentazione della domanda.
Tasso di interesse e durata dell'operazione
Il tasso applicato è liberamente determinato tra la Banca convenzionata e l'impresa commerciale e non può superare il tasso di riferimento fissato dalla Commissione Europea maggiorato di 2 punti. Può essere fisso o variabile (a luglio del 2005 il tasso di riferimento era il 4,08%). Il contributo sugli interessi è pari al 60% del tasso sopra determinato (70% nel caso di cooperative o giovani imprenditori).
La durata massima dell'operazione è fissata in 5 anni, oltre 6 mesi di preammortamento.
L'ammontare complessivo del contributo deve rispettare i massimali fissati dalla Commissione Europea per gli aiuti “de minimis”.

Normativa di riferimento:

· legge regionale 23 dicembre 2000, n. 32, articoli 60 e articolo 63, pubblicata sulla Gazzetta Ufficiale della regione siciliana n. 61 del 23/12/2000, parte prima;
· legge regionale 22 dicembre 1999, n. 28, pubblicata sulla Gazzetta Ufficiale della regione siciliana n. 60 del 24/12/1999, parte prima (riforma della disciplina del commercio);
· decreto assessoriale n. 186 dell'11 febbraio 1997, pubblicato sulla Gazzetta Ufficiale della regione siciliana n. 21 del 26/04/1997, parte prima (elenco delle attività ammesse);
· art. 7, commi 1, 2, 3, della legge regionale 22 dicembre 2005, n. 20, pubblicata sulla Gazzetta Ufficiale della regione siciliana n. 56 del 23/12/2005.

Fonte Regione Sicilia

Raffaele Lombardo Abbandona l'Mpa

All'indomani della formazione della nuova giunta regionale il governatore Raffaele Lombardo ha annunciato che lascerà la guida dell'Mpa. "Mi dedicherò al cento per cento a tempo pieno al governo della regione non distraendomi ormai con niente perché ce n'è bisogno e ne vale la pena. La settimana prossima vedremo di affidare magari ad un gruppo di dirigenti la guida del movimento, che deve evolvere verso partito del Sud di cui tanto si parla", ha detto al Tgr Sicilia della Rai. Lombardo ha poi commentato la mancata presenza di assessori del partito guidato da Casini in giunta: "L'Udc è stata invitata da me fino a ieri mattina nella persona del suo segretario nazionale che non ha riscontrato alcuna mia telefonata. In quanto al Pdl quando si definiscono le intese al massimo livello col presidente del Consiglio che è leader di quel partito, poi si trovano anche le soluzioni col coordinamento. Più di questo non so che fare". Tra le prossime priorità fissate dal presidente c'è la legge sui regimi di aiuto alle imprese e "la riforma del sistema dei rifiuti che ormai è in una condizione di emergenza". E, ha osservato, "all'Ars abbiamo i numeri per governare
Lombardo ha pienamente ragione e dice il vero: l'Udc non ha mostrato mai alcun interesse per il mercato delle vacche condotto dal presidente della Regione col metodo della trattativa privata e che ha posto in essere in ordine alla composizione della giunta". Saverio Romano, segretario dell'Udc Sicilia, replica così al governatore che aveva sostenuto di averlo invitato a discutere della nuova giunta senza ottenere alcuna risposta."Noi parlavamo di programmi, di contenuti e delle priorità per la Sicilia - aggiunge Romano -, lui invece di caselle da riempire e di poltrone da occupare. 'No grazie' è stata la nostra risposta, e in ragione di questa diversa impostazione non vi era alcun motivo per incontrarsi dal momento che partivamo da presupposti diversi e inconciliabili"."Il governo Lombardo bis nasce con il fiato corto e con il carattere della ripicca. La smetta il presidente della Regione di dire che non è riuscito a parlare con l'Udc e con il segretario Lorenzo Cesa: in politica ci si trova sempre, se c'è una volontà di fondo", aggiunge Rudy Maira, capogruppo Udc all'Assemblea regionale siciliana. "Ormai Lombardo si avvita su se stesso, volendo giustificare le sue azioni che hanno solo il significato della ripicca. Chi ha parlato di maggioranze variabili - si chiede Maira - a tre mesi dall'insediamento? Un santone, un uomo con le doti del vaticinio o il presidente eletto con una maggioranza schiacciante?".
Fonte: La Sicilia

sabato 27 giugno 2009

L'Attuale Governo Italiano - Berlusconi IV


Ministri e i Sottosegretari del Governo Berlusconi IV
Presidente del Consiglio Silvio Berlusconi
Sottosegretari di Stato alla Presidenza del Consiglio:

  • Gianni Letta Paolo Bonaiuti (Informazione, comunicazione ed editoria)
  • Gianfranco Miccichè (CIPE)
  • Carlo Giovanardi (Famiglia, Droga, Servizio civile)
  • Aldo Brancher (Federalismo)
  • Rocco Crimi (Sport)
  • Maurizio Balocchi (Semplificazione normativa)
  • Guido Bertolaso (Soluzione dell'emergenza rifiuti nella regione Campania)

Ministri senza portafoglio

  • Rapporti con le Regioni - Ministro: Raffaele Fitto
  • Attuazione del Programma di Governo - Ministro: Gianfranco Rotondi
  • Pubblica amministrazione e l'Innovazione - Ministro: Renato Brunetta
  • Pari opportunità - Ministro: Mara Carfagna
  • Politiche Europee - Ministro: Andrea Ronchi
  • Rapporti con il Parlamento - Ministro: Elio Vito
  • Riforme per il Federalismo - Ministro: Umberto Bossi
  • Gioventù - Ministro: Giorgia Meloni
  • Semplificazione Normativa - Ministro: Roberto Calderoli
  • Turismo - Ministro: Michela Vittoria Brambilla (dall'8 maggio 2009)

Ministri con portafoglio

- Affari Esteri - Ministro: Franco Frattini - Sottosegretari: Stefania Gabriella Anastasia Craxi, Alfredo Mantica, Enzo Scotti;

- Interno - Ministro: Roberto Maroni - Sottosegretari: Michelino Davico, Alfredo Mantovano, Nitto Francesco Palma;

- Giustizia Ministro: Angelino Alfano - Sottosegretari: Maria Elisabetta Alberti Casellati, Giacomo Caliendo;

- Difesa Ministro: Ignazio La Russa - Sottosegretari: Giuseppe Cossiga, Guido Crosetto

- Economia e Finanze Ministro: Giulio Tremonti - Sottosegretari: Giuseppe Vegas, Alberto Giorgetti, Daniele Molgora, Nicola Cosentino, Luigi Casero;

- Sviluppo Economico Ministro: Claudio Scajola - Sottosegretari: Paolo Romani, Adolfo Urso, Ugo Martinat (fino al 28 marzo 2009), Stefano Saglia (dal 30 aprile 2009);

- Politiche Agricole, Alimentari e Forestali - Ministro: Luca Zaia Sottosegretari: - Antonio Buonfiglio;

- Ambiente, Tutela del Territorio e del Mare Ministro: Stefania Prestigiacomo Sottosegretari: Roberto Menia;

- Infrastrutture e Trasporti - Ministro: Altero Matteoli - Sottosegretari: Roberto Castelli, Bartolomeo Giachino, Mario Mantovani, Giuseppe Maria Reina;

- Lavoro Salute e Politiche sociali Ministro: Maurizio Sacconi - Sottosegretari: Ferruccio Fazio, Pasquale Viespoli, Francesca Martini, Eugenia Maria Roccella;

- Istruzione Università e Ricerca Ministro: Mariastella Gelmini Sottosegretari: Giuseppe Pizza;

- Beni e Attività Culturali Ministro: Sandro Bondi Sottosegretari: Francesco Maria Giro.

Ridare fiducia e slancio all'Italia

le dichiarazioni programmatiche del governo Berlusconi

Il presidente del Consiglio, Silvio Berlusconi, ha presentato di recente in Parlamento le dichiarazioni programmatiche per ottenere la fiducia.
Al centro del discorso, improntato al dialogo, la crescita del Paese.
Questi in sintesi i punti toccati dal presidente Berlusconi nel suo intervento:
Il voto, la prima grande riforma di tante altre che sono necessarie
Gli italiani hanno messo a tacere con la loro voce sovrana il pessimismo rumoroso di chi non ama l'Italia e non crede nel suo futuro. Hanno respinto insidiose campagne di sfiducia astensionista o di protesta qualunquista e hanno partecipato generosamente al momento più alto di una democrazia liberale moderna. E hanno detto: noi vi mettiamo in grado di risollevare il Paese, sta a voi non deluderci.
Stabilità e impegno nell'azione di governo
Fate funzionare le istituzioni della Repubblica, ci hanno ordinato gli elettori, riducete l'area della vanità e della cosiddetta visibilità della politica dei partiti, realizzate quanto avete promesso di realizzare, e realizzatelo in fretta. Perché una cosa è sicura: l'Italia non ha più tempo da perdere.
Un dialogo concreto e trasparente con l'opposizione
Nella società italiana è maturata una nuova consapevolezza. Si respira un nuovo clima, che si esprime nella nuova composizione delle Camere. La parte maggiore dell'opposizione ha creato un suo strumento di osservazione e di interlocuzione con il governo: il gabinetto ombra di tradizione anglosassone, che può essere d'aiuto nel fissare i termini della discussione, del dissenso e delle eventuali convergenze parlamentari, in particolare sulle urgenti e ben note modifiche da apportare al funzionamento del sistema politico e costituzionale. L'aspirazione generale è che un confronto di idee e di interessi anche severo, anche rigoroso, non generi nuove risse ma una consultazione alla luce del sole, un dialogo concreto e trasparente, e poi scelte e decisioni ferme che abbiano riguardo esclusivamente agli interessi del Paese.
Non miracoli ma piccole e grandi cose
Non abbiamo promesso miracoli, ma piccole e grandi cose. Partiremo da interventi di alto valore, insieme simbolico e concreto, come quelli che definiremo nel prossimo Consiglio dei Ministri che terremo a Napoli: il problema dei rifiuti in Campania, la casa, la sicurezza, i salari.
Il tempo della crescita
Questo Paese deve rialzarsi, nel senso che ha tutte le potenzialità per rimettersi rapidamente in corsa e per tagliare il traguardo decisivo di un nuovo tempo della Repubblica: il tempo della crescita. La crescita non è solo un parametro economico, è un metro di misura del progresso civile di una nazione. Crescere significa rilanciare il Paese e i suoi talenti, ricominciare a padroneggiare il proprio destino senza lasciare indietro nessuno, ascoltare il grido di dolore che si leva dal nord e dai suoi standard europei di lavoro e di produzione, incentivare forme di autogoverno federalista, promuovere il sud del Paese considerandolo una formidabile risorsa per lo sviluppo, rinnovare il paesaggio delle nostre infrastrutture, fornire a tutti gli italiani un nuovo potere di conoscenza e di uso delle tecnologie, ringiovanire l'Italia e farla uscire dal rischio della denatalità, promuovere la famiglia, dare alle donne nel lavoro e negli altri ruoli sociali, un sostegno per la loro autonomia, rimuovere le cause materiali dell'aborto e varare un grande piano nazionale per la vita e per la tutela dell'infanzia, destinando nuove e consistenti risorse al fine di incrementare lo sviluppo demografico, aumentare la nostra capacità di scambio con il resto del mondo, assorbire e integrare le migrazioni interne ed esterne alla comunità di paesi europei di cui facciamo parte, senza lasciarci penetrare da un senso oggi avvertibile di sconfitta e di chiusura di fronte alle difficoltà e ai rischi dell'immigrazione selvaggia e non regolata, e restando padroni in casa nostra ma fieri dell'antico spirito di accoglienza e dell'antica capacità di integrazione del nostro popolo. Crescere vuol dire esportare le nostre capacità, salvaguardare il posto delle nostre imprese nei mercati, aprire e modernizzare la mentalità con cui affrontiamo i problemi della salute, del benessere, della battaglia per una seria e non retorica tutela dell'ambiente, i problemi della cultura e della preziosa eredità di esperienza, di pensiero e di vita che abbiamo alle spalle e che è garanzia del nostro futuro, rivalutare il lavoro, renderlo più sicuro e qualificato, contrastare la rassegnazione ad alcune forme di precariato particolarmente instabili e penalizzanti, ma senza ripararci nella logica del posto fisso e mal pagato, dell'immobilità sociale, della pigrizia educativa, della tolleranza verso forme abusive di mancato impegno nella realizzazione del lavoro come vocazione e come missione nella vita personale, particolarmente in alcuni settori della pubblica amministrazione.
Per crescere dobbiamo:
1.
affrontare una situazione difficile dei mercati finanziari, sfruttando la posizione di relativo vantaggio del nostro sistema bancario e chiedendo agli istituti di credito uno sforzo comune, uno sforzo aperto alla giovane impresa, alle giovani famiglie, al popolo dei consumatori e dei risparmiatori, per rendere sempre più libera, sempre più coraggiosa e orientata verso la promozione degli utenti e dei consumatori la grande rete dell'economia italiana.
2. fare una politica estera e di cooperazione allo sviluppo che sia idonea ad assicurare la capacità contrattuale del nostro sistema nel turbolento mercato delle materie prime, senza mai rinunciare a far sentire e a far pesare la nostra voce in Europa e nel mondo.
3. impedire, attraverso una tutela non protezionistica dei nostri interessi, che forme sleali di concorrenza stravolgano il mercato globalizzato e ledano gli interessi dei lavoratori italiani e della classe media, interessi che siamo chiamati a difendere con intelligenza e con lungimiranza.
4. tenere i conti in ordine, ridurre il peso del debito pubblico in proporzione al fatturato del Paese, accrescere la volontà e la capacità di contrastare l'evasione fiscale.
5. contrastare il calo di competitività del sistema economico.
6. colpire i corporativismi e le chiusure difensive che in passato hanno tutelato soltanto i bisogni castali di un sistema assistenziale e dirigista che non ha fiducia nella libertà e nell'autonomia della società.
7. risolvere positivamente, contemperando l'interesse nazionale e le regole del mercato, una rilevante questione industriale come la crisi dell'Alitalia, senza svendere e senza rinazionalizzare, facendo appello al contributo decisivo della finanza e dell'impresa italiane, che hanno tutto da guadagnare e niente da perdere da un Paese più moderno ed efficiente, e da un sistema di infrastrutture e di trasporti adeguato ai bisogni e al rango della nostra economia.
Fonte: Dichiarazioni programmatiche

Il Governo in Italia - Organo costituzionale complesso

Il Governo è l'espressione della maggioranza parlamentare, cioè della coalizione di partiti che hanno ottenuto il maggior numero di seggi in Parlamento.
Il Governo è un organo costituzionale complesso, composto a sua volta da altri organi dotati di autonomia e di specifiche funzioni, ma che ne rappresentano gli elementi essenziali ed indispensabili.
Il Presidente della Repubblica nomina il Presidente del Consiglio e i Ministri da lui proposti.
Il Consiglio dei Ministri costituisce un organo collegiale a sé stante. I Ministri sono responsabili, individualmente, degli atti dei loro dicasteri e, collegialmente, di quelli deliberati dal Consiglio dei Ministri.
L'organizzazione del Governo può anche presentarsi più articolata di quella essenziale definita in Costituzione. Tale struttura può essere integrata dal Vicepresidente del Consiglio, da Ministri senza portafoglio (così denominati perché non hanno la responsabilità di un ministero) e da Sottosegretari di Stato.
Questi ultimi coadiuvano i Ministri nella loro attività, esercitando le competenze dagli stessi espressamente delegate. Al contrario dei Ministri senza portafoglio, i quali fanno parte a pieno titolo del Consiglio dei Ministri, i Sottosegretari non prendono parte alle sedute del Consiglio con la sola eccezione del Sottosegretario alla Presidenza del Consiglio, cui sono affidate le funzioni di segretario del Consiglio dei Ministri.
La funzione del governo
La legge 400/88 indica dettagliatamente le attribuzioni del Consiglio dei Ministri.
Il Governo può esercitare la funzione legislativa in due ipotesi previste e disciplinate in modo tassativo dalla Costituzione quando:
1) il Parlamento stesso conferisce al Governo - con un'apposita legge di delega, secondo principi e criteri predeterminati e per un tempo definito - il compito di provvedere ad emanare decreti legislativi aventi forza di legge;
2) può adottare, autonomamente e sotto la sua responsabilità, decreti-legge per fronteggiare situazioni impreviste e che richiedono un intervento legislativo immediato. In questo caso, il Parlamento si riserva, nei sessanta giorni successivi, di convertire in legge, anche con modifiche, il decreto. In caso contrario, il decreto legge decade.
Al Governo è attribuita, in via ordinaria, la potestà di emanare regolamenti, che costituiscono una fonte secondaria di produzione giuridica. Con essi il Governo può dare attuazione ed integrare le disposizioni legislative, può disciplinare l'organizzazione delle pubbliche amministrazioni e può regolare materie che la Costituzione non riserva in via esclusiva alla legge.
Il Governo non esercita soltanto poteri normativi ma ha anche il compito di deliberare la nomina dei soggetti che rivestono incarichi di massimo rilievo nell'amministrazione dello Stato e negli enti pubblici. Ad esempio, la nomina dei Segretari Generali dei Ministeri, o dei Capi dei dipartimenti, struttura articolate al loro interno in ulteriori uffici di rango dirigenziale generale, è disposta con decreto del Presidente della Repubblica previa deliberazione del Consiglio dei Ministri.
Manifestazione tipica dei poteri di indirizzo e coordinamento si rinviene nelle "direttive" che il Presidente può sottoporre all'attenzione del Consiglio dei Ministri per indirizzare l'attività amministrativa verso obiettivi coerenti con l'azione di Governo. In tali casi le amministrazioni destinatarie risultano vincolate non tanto nei singoli adempimenti, bensì nello scopo prefigurato in tali atti.
La funzione del Presidente del Consiglio
Al Presidente del Consiglio, in quanto capo dell'Esecutivo, la Carta costituzionale conferisce un'autonoma rilevanza, facendone il centro nevralgico dell'intera attività del Governo: egli, infatti, ne dirige la politica generale e ne è il responsabile, mantiene l'unità di indirizzo politico e amministrativo, promuove e coordina l'attività dei Ministri.
l Presidente del Consiglio è, dunque, titolare di un potere di direzione dell'intera compagine governativa, il che lo abilita a svolgere ogni iniziativa volta a mantenere omogeneità nell'azione comune della coalizione, finalizzandola alla realizzazione del programma esposto in Parlamento al momento del voto di fiducia. Tali funzioni, però, non si spingono sino a determinare unilateralmente la politica generale del Governo, compito questo assolto collegialmente dal Consiglio dei Ministri attraverso le sue deliberazioni.
Il Consiglio dei Ministri
Il Consiglio dei Ministri, in quanto organo collegiale, riveste un ruolo di assoluto rilievo nell'ambito dell'organo complesso Governo. Esso è, naturalmente, presieduto dal Presidente del Consiglio ed è composto da tutti i Ministri con o senza portafoglio. Ad eccezione del Sottosegretario alla Presidenza del Consiglio, che esercita le funzioni di segretario del collegio, nessun altro Sottosegretario di Stato ha titolo per partecipare alle sedute del Consiglio. In forza di specifiche disposizioni i Presidenti delle regioni statuto speciale (Val D'Aosta, Sardegna, Sicilia, Friuli Venezia Giulia, Trentino Alto Adige ) e delle due province autonome (Trento e Bolzano ) possono prendere parte alle sedute del Consiglio dei Ministri, con voto consultivo, qualora siano trattate materie di loro interesse.
Attribuzioni
In base all'art.2 della legge n.400/88, il Consiglio dei Ministri determina la politica generale del Governo e, ai fini della sua attuazione, l'indirizzo generale dell'azione amministrativa. Esso delibera, inoltre, su ogni altra questione relativa all'indirizzo politico fissato dal rapporto fiduciario con le Camere e provvede a dirimere i conflitti di attribuzione tra i Ministri. Infine, il Consiglio dei Ministri esprime l'assenso all'iniziativa del Presidente del Consiglio di porre la questione di fiducia dinanzi alle Camere. La legge 400/88, al terzo comma dell'art. 2, individua, infine, puntualmente gli atti sottoposti alla deliberazione del Consiglio.
Il funzionamento
Il Consiglio dei Ministri è convocato dal Presidente che ne stabilisce anche l'ordine del giorno. La verbalizzazione delle riunioni è curata dal Sottosegretario di Stato alla Presidenza del Consiglio, designato a svolgere le funzioni di Segretario; quest'ultimo è tenuto anche a curare la conservazione del registro delle deliberazioni. In caso di assenza o impedimento temporaneo del Presidente, le riunioni del Consiglio sono presiedute dal Vicepresidente e, qualora vi siano più Vicepresidenti, dal più anziano secondo l'età. Qualora il Vicepresidente non venga nominato, trattandosi di figura eventuale nella composizione del Governo, tali funzioni sono svolte dal Ministro più anziano per età. La disciplina del funzionamento interno del Consiglio dei Ministri è contenuta in un apposito regolamento adottato con decreto del Presidente del Consiglio il 10/11/1993, previa deliberazione del Consiglio stesso, il 10/11/93 .
Il regolamento disciplina sia la partecipazione alle riunioni del Consiglio sia le modalità di convocazione dello stesso.
La funzione dei ministri
I ministri costituiscono uno degli organi del Governo.
Sono nominati dal Presidente della Repubblica, su proposta del Presidente del Consiglio e sono responsabili, individualmente, degli atti adottati dai dicasteri loro affidati e, collegialmente, delle deliberazioni del Consiglio dei Ministri.
Ciascun ministro può essere coadiuvato da più sottosegretari che da lui ricevono apposite deleghe per l'esercizio delle loro funzioni. Spetta ai ministri la funzione di indirizzo politico, e cioè la definizione degli obiettivi e dei programmi da attuare e una funzione di controllo sulla rispondenza dei risultati della gestione amministrativa alle direttive generali impartite. La gestione finanziaria, tecnica e amministrativa spetta ai dirigenti cui compete l'adozione di tutti gli atti che impegnano il ministro verso l'esterno.
Sotto il profilo organizzativo, oltre che degli uffici del proprio ministero, i ministri si avvalgono di una struttura di diretta collaborazione, denominata Ufficio di Gabinetto, che è costituita da personale di staff, scelto secondo il criterio del rapporto fiduciario con lui.
Composizione del Governo:
La Carta costituzionale disciplina la formazione del Governo con una formula semplice e concisa: "Il Presidente della Repubblica nomina il Presidente del Consiglio dei ministri e, su proposta di questo, i ministri". Stando a tale formula sembrerebbe che la formazione del Governo non sia frutto di un vero e proprio procedimento. Invece, nella prassi, la sua formazione si compie mediante un complesso ed articolato processo, nel quale si può distinguere la fase delle consultazioni (fase preparatoria), da quella dell'incarico, fino a quella che caratterizza la nomina; a queste potrebbe aggiungersene una ulteriore che si risolve nell'effettuazione del giuramento prescritto dall'art. 93 e della fiducia dei due rami del Parlamento.
La fase preparatoria
Questa fase consiste essenzialmente nelle consultazioni che il Presidente svolge, per prassi costituzionale, per individuare il potenziale Presidente del Consiglio in grado di formare un governo che possa ottenere la fiducia dalla maggioranza del Parlamento. Questo meccanismo viene attivato, ovviamente, ogni qualvolta si determini una crisi di governo per il venir meno del rapporto di fiducia o per le dimissioni del Governo in carica. L'ordine delle consultazioni non è disciplinato se non dal mero galateo costituzionale e, difatti, tale ordine è variato nel corso degli anni (in alcuni casi il Presidente della Repubblica ha omesso alcuni dei colloqui di prassi). In sostanza, questa fase può ritenersi realmente circoscritta a quelle consultazioni che potrebbero essere definite necessarie e, cioè, quelle riguardanti i Capi dei Gruppi parlamentari e dei rappresentanti delle coalizioni, con l'aggiunta dei Presidenti dei due rami del Parlamento, i quali devono essere comunque sentiti in occasione dello scioglimento delle Camere. A titolo esemplificativo può dirsi che l'elenco attuale delle personalità che il Presidente della Repubblica consulta comprende: i Presidenti delle camere; gli ex Presidenti della Repubblica, le delegazioni politiche.
L'incarico
Anche se non espressamente previsto dalla Costituzione, il conferimento dell'incarico può essere preceduto da un mandato esplorativo che si rende necessario quando le consultazioni non abbiano dato indicazioni significative. Al di fuori di questa ipotesi, il Presidente conferisce l'incarico direttamente alla personalità che, per indicazione dei gruppi di maggioranza, può costituire un governo ed ottenere la fiducia dal Parlamento. L'istituto del conferimento dell'incarico ha fondamentalmente una radice consuetudinaria, che risponde ad esigenze di ordine costituzionale. Nella risoluzione delle crisi si ritiene che il Capo dello Stato non sia giuridicamente libero nella scelta dell'incaricato, essendo vincolato al fine di individuare una personalità politica in grado di formare un governo che abbia la fiducia del Parlamento. L'incarico è conferito in forma esclusivamente orale, al termine di un colloquio tra il Presidente della Repubblica e la personalità prescelta. Del conferimento dell'incarico da' notizia, con un comunicato alla stampa, alla radio e alla televisione, il Segretario Generale della Presidenza della Repubblica. Una volta conferito l'incarico, il Presidente della Repubblica non può interferire nelle decisioni dell'incaricato, né può revocargli il mandato per motivi squisitamente politici
La nomina
L'incaricato, che di norma accetta con riserva, dopo un breve giro di consultazioni, si reca nuovamente dal capo dello Stato per sciogliere, positivamente o negativamente, la riserva. Subito dopo lo scioglimento della riserva si perviene alla firma e alla controfirma dei decreti di nomina del Capo dell'Esecutivo e dei Ministri. In sintesi il procedimento si conclude con l'emanazione di tre tipi di decreti del Presidente della Repubblica:
quello di nomina del Presidente del Consiglio (controfimato dal Presidente del Consiglio nominato, per attestare l'accettazione); quello di nomina dei singoli ministri (controfimato dal Presidente del Consiglio); quello di accettazione delle dimissioni del Governo uscente (controfirmato anch'esso dal Presidente del Consiglio nominato)
Il giuramento e la fiducia
Prima di assumere le funzioni, il Presidente del Consiglio e i Ministri devono prestare giuramento secondo la formula rituale indicata dall'art. 1, comma 3, della legge n. 400/88. Il giuramento rappresenta l'espressione del dovere di fedeltà che incombe in modo particolare su tutti i cittadini ed, in modo particolare, su coloro che svolgono funzioni pubbliche fondamentali (in base all'art. 54 della Costituzione). Entro dieci giorni dal decreto di nomina, il Governo è tenuto a presentarsi davanti a ciascuna Camera per ottenere il voto di fiducia, voto che deve essere motivato dai gruppi parlamentari ed avvenire per appello nominale, al fine di impegnare direttamente i parlamentari nella responsabilità di tale concessione di fronte all'elettorato. E' bene precisare che il Presidente del Consiglio e i Ministri assumono le loro responsabilità sin dal giuramento e, quindi, prima della fiducia.
Formula rituale
"Giuro di essere fedele alla Repubblica, di osservarne lealmente la Costituzione e le leggi e di esercitare le mie funzioni nell'interesse esclusivo della nazione"
Da Governo Italiano

REGONE SICILIA - LOMBARDO PRESENTA LA NUOVA GIUNTA

Raffaele Lombardo completa la sua giunta, quasi ventiquattr'ore dopo l'incontro con Berlusconi. E aggiunge alla sua squadra tre assessori indicati dal Popolo della libertà: sono Nino Strano, l'ex senatore voluto direttamente da Fini, il deputato messinese Nino Beninati, vicino al Guardasigilli Angelino Alfano, e il vicesindaco di Palermo Mario Milone. Nome, quest'ultimo, venuto fuori all'ultimo momento, dopo il "no" di Lombardo a una nomina gradita dal presidente del Senato Renato Schifani, quella dell'ex assessore Francesco Scoma. I nove assessori che erano stati nominati in autonomia da Lombardo, dopo lo strappo nel centrodestra, sono stati confermati.Il Pdl fino a due giorni fa chiedeva di revocarli. Rimangono in giunta i magistrati Massimo Russo e Caterina Chinnici, figlia del giudice ucciso dalla mafia, l’esponente di Confindustria Marco Venturi, l’avvocato Gaetano Armao, i due deputati dell’Mpa Giuseppe Sorbello e Roberto Di Mauro e i "ribelli" del Pdl Giambattista Bufardeci, Michele Cimino e Luigi Gentile, che erano stati sospesi dal partito. Rimane fuori dalla giunta siciliano l'Udc dell'ex governatore Salvatore Cuffaro, che in mattinata aveva espresso tutto il suo dissenso: "Ci sfiliamo dal palio delle meschinità e delle miserie. Lombardo ha tradito l'alleanza voluta dagli elettori", dice il segretario regionale Saverio Romano. Lombardo ricuce con il Pdl ma afferma che andrà comunque avanti nel progetto del "partito del Sud" di cui ha parlato negli ultimi giorni con Bassolino e Loiero. Al termine della riunione con Berlusconi, il governatore aveva affermato di aver ottenuto il ritiro del disegno di legge costituzionale, presentato dal Pdl, che introduce la "sfiduca costruttiva" nei confronti del presidente della Regione siciliana, e rassicurazioni sui fondi Fas, ovvero i 4 miliardi di euro che la Sicilia da sei mesi attende dal governo nazionale. Fonte: il Velino