domenica 31 maggio 2009

Sicilia, il coordinamento Pdl sospende Cimino, Bufardeci e Gentile

Sicilia, il coordinamento Pdl sospende Cimino, Bufardeci e Gentile
Il Comitato di coordinamento nazionale del Pdl, composto dal sen. Sandro Bondi, dall'on. Ignazio La Russa, e dall'on. Denis Verdini, ha sospeso in via cautelativa dal Movimento e ai sensi dell'articolo 48 dello statuto, i deputati siciliani Gianfranco Bufardeci, Michele Cimino e Luigi Gentile. Lo rende noto un comunicato.
Il provvedimento di sospensione viene motivato da un comunicato:
"Vista la nota dei Coordinatori regionali della Sicilia, on. Giuseppe Castiglione e sen. Domenico Nania, in cui si segnala l'adesione dei tre deputati siciliani alla nuova Giunta regionale siciliana, contrariamente all'invito proveniente dalla sede nazionale e da quella regionale del partito di non aderire e di rinviare ogni decisione a dopo le elezioni europee; Considerata la particolare delicatezza del momento, la gravità del loro comportamento e l'urgenza di dare una risposta anche per il disorientamento provocato nel partito a pochi giorni dalle elezioni; Considerato che anche dopo l'adesione i tre deputati non hanno dato risposta all'invito del partito di sciogliere ogni eventuale riserva e di rinunciare di far parte dell'annunciata giunta dell'on. Lombardo; Preso atto che i tre deputati non seguono le direttive provenienti sia dal Comitato di Coordinamento Nazionale, sia dai coordinatori regionali".
"Continuerò a lavorare con lealtà per il Pdl e a fare campagna elettorale per il nostro presidente Silvio Berlusconi e per il candidato Nino Strano" ha detto Luigi Gentile. "Ho appreso di essere stato sospeso da Ignazio La Russa, che mi ha telefonato - aggiunge Gentile - E' stato garbato: per quanto mi riguarda proseguirò nel fare il mio dovere per il partito".
Fonte “Siciliainformazione”
Botta e Risposta
Ma a scatenare le ire del leader del Movimento per l’Autonomia e governatore della Regione Sicilia, è quello scatto in avanti compiuto dal Pdl nelle aule parlamentari di Roma. Al Senato è stato presentato infatti dal Popolo della Libertà, un disegno di legge di riforma costituzionale, a firma Maurizio Gasparri, che modifica l'articolo 10 dello statuto della Regione Sicilia.
Questo testo prevede che, in caso di violazione del patto programmatico con gli elettori o di ribaltone, il governatore possa essere sfiduciato e sostituito con uno nuovo eletto dall'Assemblea, sempre nell'ambito della coalizione che ha ottenuto la maggioranza alle elezioni.
Com’è ovvio, le reazioni degli autonomisti e dei loro alleati alle prossime elezioni europee non si fanno attendere. Per l’Mpa, il senatore Giovanni Pistorio afferma: “E' un ddl di gravità inaudita, una cosa indegna in termini di logica e buon senso”, mentre Francesco Storace, leader de La Destra, in lista per il 6 e 7 giugno con Lombardo, rincara: “presto verrà depenalizzato l’omicidio del presidente della Regione”.
Un disegno di legge al Senato contro Lombardo
E lo scontro interno alla maggioranza, per quanto riguarda la Sicilia, è al calor bianco. Un disegno di legge di riforma dello Statuto autonomista siciliano è stato presentato, infatti, dal gruppo del Popolo della Libertà al Senato, per una riforma costituzionale che modifica l'articolo 10 dello statuto della Regione Sicilia.
Il primo firmatario è il presidente del gruppo, Maurizio Gasparri, ma ci sono anche le firme del vicepresidente vicario, Gaetano Quagliariello, e del presidente della commissione Affari costituzionali, Carlo Vizzini.
Il ddl prevede che, in caso di violazione del patto programmatico con gli elettori o di trasformazione della maggioranza che sostiene il governo, quest'ultimo possa essere sfiduciato e sostituito con un nuovo presidente eletto dall'Assemblea, nell'ambito della coalizione che ha ottenuto la maggioranza alle elezioni.
La reazione degli uomini di Lombardo: "gravità inaudita"
"Inaudita gravità": queste le prime parole del senatore Giovanni Pistorio, dell'Mpa. "E' una cosa indegna in termini di logica e buon senso".
Francesco Storace, leader della Destra - che alle prossime europee si presenta in una lista costruita insieme a Lombardo - ha affermato, con pesante sarcasmo, che "presto verrà depenalizzato l'omicidio del presidente della Regione".
Arturo Iannaccone, responsabile del dipartimento Welfare e Sanità dell'Mpa, ha criticato il disegno di legge: "La presentazione del ddl anti-Lombardo segnala una scarsa sensibilità istituzionale da parte del Pdl ed è un inquietante avvertimento per cui chiediamo l'intervento del capo dello Stato". La battaglia come detto però, si gioca su più fronti, e così il Pdl ha già presentato al Senato, con le firme del capogruppo Maurizio Gasparri, del vice Gaetano Quagliariello e dal presidente della commissione Affari costituzionali Carlo Vizzini, un disegno di legge costituzionale che modifica lo statuto della Regione Sicilia, attraverso l’introduzione della “Sfiducia costruttiva”, ovvero elezione di un nuovo presidente della Giunta regionale espressione della stessa maggioranza uscita dal voto. Il testo del ddl prevede che "una sola volta nel corso della legislatura l'Assemblea regionale può approvare una mozione di sfiducia, che determina la decadenza dalla carica del presidente della Regione e degli assessori, nonche' l'elezione a presidente della personalita' indicata dalla mozione medesima, scelta tra gli appartenenti all'Assemblea. La mozione deve essere sottoscritta dalla metà più uno dei deputati appartenenti alla maggioranza che ha eletto il presidente della Regione, deve essere votata decorsi tre giorni dalla presentazione e approvata a maggioranza assoluta dai deputati eletti nelle liste collegate al candidato eletto presidente della Regione".Così si tenterà di cambiare le carte in tavola a Roma, visto che è praticamente impossibile che 46 deputati regionali decidano di dimettersi perdendo indennità e pensione (serve la metà del mandato). Lombardo appare deciso più che mai ad andare avanti, anche se il suo governo potrebbe finire muro contro muro con l’Assemblea Regionale. Con il risultato di un’irrimediabile immobilismo.Impossibile non tornare, anche solo per un attimo, sulla posizione dell’Udc. I centristi si sono sentiti traditi da Lombardo e soprattutto Totò Cuffaro, che stamattina ha dichiarato: “Vuole tutto, paralizzerà la Regione". Una situazione, quella dell’uscita del partito di Casini, che probabilmente porterà i crociati all’opposizione all’Ars, ma c’è il rischio che vadano a rompersi anche diverse alleanze locali determinate sulla base degli accordi elettorali dello scorso anno. Nessuna alleanza ha invece in mente oggi il Pd, nonostante il governo a “geometrie variabili” più volte tirato in ballo da Lombardo negli ultimi mesi. Il Partito Democratico starà all’opposizione, a ribadirlo anche l’attuale segretario Dario Franceschini.In conclusione una nota per la nostra provincia. Ancora una volta fuori dalla giunta. I motivi sembrano ancora una volta essere di tipo politico, anche se il sindaco Giuseppe Buzzanca ha parlato di “intelligenze, risorse, capacita' ed esperienza dei messinesi ignorate”. L’unica possibilità l’avrebbe l’ex assessore al Lavoro Santi Formica, che potrebbe rientrare, pace tra Pdl ed Mpa permettendo, attraverso uno dei tre posti lasciati liberi. Oltre al possibile inserimento di Mario Centorrino nella squadra di super-esperti annunciata da Lombardo. Domani mattina il governatore arriverà in città, in Fiera. Magari sarà l’occasione per conoscere i perché di questa scelta

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