giovedì 28 maggio 2009

Posta Elettronica Certificata - Gratis Per Tutti

Lo scorso mese di gennaio è stata votata alla Camera una modifica sostanziale che ha eliminato l'obbligatorietà della PEC (Posta Elettronica Certificata), con il voto di fiducia posta dal Governo sull'approvazione dell'articolo unico nel testo delle Commissioni del disegno di legge (C1972) di conversione del decreto anti-crisi (D.L. 185/2008), l'articolo 16 dello stesso decreto ha subìto delle rilevanti modifiche.
Come riportato su Wikipedia, la più grande enciclopedia libera della rete, a proposito della PEC si legge: "è uno standard solamente italiano e per adesso nessun altro paese nel mondo ha sentito l'esigenza di creare un equivalente. Questo proprio perché la PEC è praticamente equivalente ad un'email tradizionale tranne per il fatto che è molto più costosa. Tecniche di firma digitale e di tracciamento della consegna equivalenti e gratuite sono già disponibili per le email tradizionali da diversi anni. Non c'è quindi nessun vantaggio concreto ad usare la PEC al posto di un'email tradizionale con le dovute accortezze".
Con le modifiche la norma prevede dunque che le imprese costituite in forma societaria sono tenute a indicare il proprio indirizzo di posta elettronica certificata nella domanda di iscrizione al registro delle imprese ma anche o analogo indirizzo di posta elettronica basato su tecnologie che certifichino data e ora sia dell'invio sia della ricezione delle comunicazioni e l'integrità del loro contenuto.
P.E.C. gratis per tutti.
Il ministro Brunetta aveva annunciato che avrebbe puntato molto su questo particolare sistema di posta elettronica già nelle prime fasi delle sue manovre di riforma della Pubblica Amministrazione.
Dopo averne introdotta l'obbligatorietà e successivamente, aver permesso l'utilizzo di sistemi analoghi di certificazione, ora il Governo si appresta a rendere operativo il progetto di legge che, secondo le anticipazioni di Brunetta, dovrà trasformare la PEC in un servizio gratuito per tutti i cittadini.
«Conto che tutto sia pronto a luglio, per distribuire a settembre l'indirizzo a chiunque lo voglia", ha dichiarato il ministro, che precisa: «Se l'amministrazione alla quale è stata inoltrata la richiesta non risponde entro un certo lasso di tempo sarà possibile agire con una "class action".»
L'ottimismo di Brunetta si scontra però con numerosi pareri in contrasto con l'idea di semplificazione, utilità e risparmio finora descritta dai sostenitori della PEC. Oltre alle critiche per aver dato la precedenza ad un servizio di cui, secondo alcuni, non spettava una grande priorità rispetto agli interventi per combattere il digital divide, in molti sostengono che sia palese il rischio di monopolio per chi si aggiudicherà la gara pubblica per la fornitura della stessa PEC.
Quello che io mi sto chiedendo: «Che fine faranno i servizi offerti dai gestori autorizzati che hanno venduto e continuano a vendere la PEC (Poste Italiane – Infocamere etc.) facendo pagare un forfait annuale agli utenti? E chi è già usufruisce del servizio presso un fornitore che non sia quello che poi si aggiudicherà l'asta?».

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