martedì 5 maggio 2009

Riforma degli assetti contrattuali

Il ministro della Pubblica amministrazione Renato Brunetta e i sindacati di categoria di Cisl, Uil, Cisal, Confsal, Usae, Ugl e Cisalconfedir, a esclusione della Cgil, hanno siglato l'intesa che dà applicazione nel comparto del pubblico impiego all'accordo quadro sulla riforma degli assetti contrattuali sottoscritto il 22 gennaio scorso.
L'intesa prevede un doppio livello contrattuale, contratto nazionale e decentrato; il collegamento tra la crescita retributiva e gli stipendi dei dipendenti pubblici e la previsione dell'indice Ipca dell'inflazione sterilizzata dall'aumento dei prezzi dei beni energetici; una sessione di concertazione tra governo e sindacati con cui valutare gli aumenti salariali nel rispetto dei vincoli di finanza pubblica
L'accordo, che decorre dal 15/04/2009 e avrà vigore fino al 15/04/2013, sostituisce il precedente accordo del 23 luglio '93 e si potranno ora avviare le trattative contrattuali per i settori nei quali i contratti nel frattempo sono scaduti o sono prossimi alla scadenza. L'intesa si propone di rilanciare la crescita economica, promuovere lo sviluppo occupazionale e implementare la produttività.
Quindici anni fa le parti sociali si accordarono su una struttura contrattuale centralizzata in cui il livello nazionale ricopriva un ruolo essenziale, con aumenti spalmati per tutti in modo uniforme.
Ora le priorità sono cambiate: adesso si punta ad un incremento della produttività e delle retribuzioni reali, con più peso alla contrattazione decentrata, aziendale o territoriale, potenziando gli incentivi messi in campo dal Governo
Nell'accordo interconfederale vengono confermati i punti principali dell'accordo quadro, riprendendo gli aspetti specifici riguardanti i settori industriali, già condivisi nelle linee guida del 10 ottobre 2008.
Questi i punti principali:
- la vigenza dei contratti: la durata dei contratti diventa triennale sia per i CCNL di categoria (sia per la parte economica che per quella normativa) che per la contrattazione di secondo livello;
- unificazione della parte economica e normativa;
- la piena legittimità della contrattazione di secondo livello, aziendale o territoriale, incentivata con la detassazione e la decontribuzione;
- un nuovo indicatore di inflazione (IPCA) più elevato e credibile del tasso di inflazione programmata fissato dal Governo, che verrà elaborare entro il prossimo mese per il triennio 2009 -2011;
- elemento di garanzia retributiva: riconosciuto, a titolo di garanzia retributiva, a favore dei lavoratori dipendenti da aziende prive di contrattazione di secondo livello e che non percepiscono altri trattamenti economici individuali o collettivi oltre a quanto spettante per contratto collettivo nazionale di categoria;
- un meccanismo di un recupero certo, alla fine del triennio contrattuale degli scostamenti dell'inflazione, la copertura dei nuovi contratti dalla data di scadenza dei precedenti;
- lo sviluppo della bilateralità per migliorare le tutele a favore dei lavoratori.
Nel passaggio dal vecchio accordo del '93 al nuovo modello contrattuale, saranno rinnovati con le regole del nuovo accordo tutti i contratti collettivi nazionali di categoria e agli accordi di secondo livello, la cui scadenza biennale o quadriennale sia successiva alla data di entrata in vigore dell'accordo interconfederale stipulato oggi.
Lo stesso vale i contratti nazionali di lavoro scaduti prima del presente accordo interconfederale, ma per i quali non abbia ancora avuto inizio il confronto negoziale per il rinnovo
Diversamente, in sede di prima applicazione del nuovo modello contrattuale per ciascun nuovo contratto collettivo, ai fini dell'eventuale recupero degli spostamenti inflazionistici registrati nel biennio precedente verranno attuate le procedure previste nell'accordo del '93.
Il nuovo termine di presentazione delle piattaforme, che è diventato 6 mesi, si applicherà per i contratti in scadenza dal 1 novembre 2009, nel frattempo, continuerà a valere il vecchio tempo di 3 mesi previsto dall'accordo del '93.

Contratti P.A: Pantaleo (Flc Cgil), fatto grave nel merito e nel metodo
“È un fatto grave nel metodo e nel merito: si azzera il contratto e si riducono i diritti e si tenta di mettere il silenziatore ai lavoratori impedendo le elezioni delle Rsu”. Così il segretario generale della Flc Cgil, Domenico Pantaleo, commenta l’accordo separato sul pubblico impiego firmato oggi dal ministro della Funzione pubblica Renato Brunetta e da tutte sigle di categoria, ad esclusione di quelle della Cgil, in attuazione dell'accordo del 22 gennaio.
“Ciò è avvenuto – afferma Pantaleo – senza che il ministro abbia sentito il dovere e la correttezza, almeno formale, di convocare la Cgil, come avvenuto per la firma separata con Confindustria del 15 aprile. L'intesa infatti, oltre a recepire, in peggio, i contenuti dell'accordo confederale, su cui più di tre milioni di lavoratori e lavoratrici hanno espresso la propria contrarietà in un referendum, fa proprie le norme della legge Brunetta di riforma della contrattazione nella pubblica amministrazione”.L’accordo separato e la nuova legge Brunetta, nel pubblico impiego e quindi anche in tutti i settori della conoscenza, “riducono pesantemente i salari – osserva ancora Pantaleo –, azzerano la contrattazione e annullano dal 2011 tutti i contratti integrativi. Inoltre, consegnano al potere politico e dirigenziale le decisioni in merito a carriere, incentivazioni e valutazione. Un'intesa pesantemente negativa nei contenuti di cui si assumeranno la responsabilità, di fronte ai lavoratori, le organizzazioni sindacali che l'hanno firmata”.
Inoltre, aggiunge il dirigente della Flc, “è gravissimo l’attacco ai diritti di rappresentanza dei lavoratori portato attraverso il decreto attuativo della stessa legge Brunetta, che intenderebbe bloccare le elezioni delle rappresentanze sindacali unitarie per i prossimi tre anni. Si cerca così di mettere il silenziatore ai lavoratori, sancendo l’impossibilità di votare i propri rappresentanti nelle sedi di lavoro, e si porta un attacco inedito e arrogante alla libertà d'espressione democratica di chi opera nella scuola, università, ricerca, Afam e in tutto il pubblico impiego”.“Noi non ci stiamo”, conclude Pantaleo, annunciando che “già dalla prossima settimana partirà una fortissima iniziativa di mobilitazione che vedrà la Flc insieme alla confederazione e alle altre categorie del pubblico impiego, in campo per difendere i diritti fondamentali dei lavoratori”

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