giovedì 28 maggio 2009

Raffale Lombardo - Giunta in 48 ore


ANCORA 48 ORE
Tempo scaduto per il governatore della Sicilia, Raffaele Lombardo. Il termine di 48 ore entro il quale la nuova giunta regionale sarebbe dovuta rinascere dalle ceneri dell’inatteso azzeramento di lunedì, è stato superato di qualche ora, eppure tutto continua a tacere a Palermo.
Entro i prossimi due giorni, aveva infatti garantito il presidente autonomista, “avremo una nuova Giunta, con chi ci sta…”. Ma, al momento, tutto fa pensare che la soluzione non sia proprio dietro l’angolo.
Il ‘giochetto’ di Lombardo pare che abbia sollevato un vero e proprio polverone di carattere nazionale, tanto che il posticipo del termine ultimo per la presentazione del nuovo governo siciliano sia stato stabilito in funzione del vertice di oggi del Pdl. Della vicenda si stanno occupando in prima persona i due neo coordinatori regionali della coalizione, Giuseppe Castiglione e Domenico Nania, senza però trovare una soluzione che accontenti tutti. Nel frattempo, il presidente dell'Assemblea regionale siciliana, il pidiellino Francesco Cascio, ha convocato in seduta straordinaria il Parlamento regionale per le ore 11 del 4 giugno. All'ordine del giorno, appunto, la crisi della Giunta regionale guidata da Raffaele Lombardo. Nonostante il periodo di Elezioni e la conseguente sospensione delle attività consiliari, Cascio, uno dei principali detrattori della gestione autonomista della Regione (nei giorni scorsi aveva persino definito il governo di Lombardo come “il peggiore degli ultimi 15 anni”), ha dato ascolto a 37 deputati del Pdl e dell'Udc, convocando d’urgenza l’Ars.
Nella vicenda, entrano a gamba tesa i vertici nazionali del partito centrista di Casini. Proprio quest’ultimo, intervenendo oggi ad una video-chat del Corriere della Sera, ha avvertito: se Lombardo in Sicilia “non riesce a governare, sciogliamo le righe e torniamo al voto. Tutti a casa. È inutile l'accanimento terapeutico”.
Sempre dall’Udc, si fa sentire anche l’acerrimo nemico dell’attuale governatore isolano, l’ex presidente regionale, Totò Cuffaro, oggi promosso a senatore della Repubblica. In un’ intervista rilasciata al Giornale, Cuffaro accusa Lombardo di aver “utilizzato la presidenza della Regione come strumento per far crescere l'Mpa, non la coalizione”. In tal senso, continua l’ex governatore, i centristi non hanno alcuna intenzione di “governare con una coalizione diversa da quella votata nel 2008”.
Il ministro della Giustizia, Angelino Alfano, ex coordinatore regionale di Forza Italia, tenta di smorzare i toni per non provocare fratture scomposte nel centrodestra siciliano. Un punto, però, deve essere chiaro: “Credo che ci sia un elemento etico della nuova fase della Repubblica, chiamata seconda Repubblica, che è la trasparenza nei confronti degli elettori”, ha sottolineato Alfano, in riferimento al vociferare su un possibile ingresso del Pd in Giunta. Alla luce di ciò, continua il titolare della Giustizia, “tutti i tentativi di ribaltoni in questi anni hanno segnato un fallimento e ogni elemento di distorsione del rapporto tra l'eletto e l'elettorato è sempre stato punito”.
Ma Lombardo va’ dritto al cuore della campagna elettorale per le prossime elezioni, che lo vedono in alleanza con La Destra di Francesco Storace e dunque in alternativa al Pdl. “Berlusconi? Aveva siglato un patto con me, si era impegnato a colmare il divario fra Nord e Sud. Non mi sembra che sinora l'abbia onorato”. Il leader dell’Mpa, in una intervista rilasciata a Repubblica dichiara di non aver sentito di recente Berlusconi (“Se ne avesse sentito il bisogno, il Cavaliere si sarebbe fatto vivo”) e lo accusa di non aver rispettato le promesse nei confronti dell’isola: “Non mi sembra che, dirottando sull'Ici le risorse destinate alle infrastrutture nel Meridione o tenendo bloccati i 4 miliardi di fondi Fas che spettano alla Sicilia, l'abbia onorato. E il Ponte sullo Stretto rimane un miraggio. Beh, non si vive di miraggi”.
Lombardo tira dritto, dunque: “Il mio programma è lì, chi ci sta deve sottoscriverlo moralmente e dare garanzie. No, non ho paura di fare un governo di minoranza”.
Dopo Noemi e il caso Mills, ecco dunque che a Silvio Berlusconi cade una nuova tegola in testa. E proprio dalla sua amata Sicilia, quella che un tempo gli concedeva un consenso plebiscitario.
Così come stanno le cose, la sua formazione sembra altamente improbabile, complicata. Manca infatti un contesto politico chiaro di riferimento, una cornice.
Il governatore, infatti, continua ad assicurare gli alleati che "non farà il salto della quaglia", che formerà la giunta nell'ambito dell'alleanza di centro-destra, però - sottolinea - "con quei pezzi di partiti che ci staranno", con singole personalità che giureranno fedeltà all'autonomia. Al Movimento per l'autonomia, aggiungono i maligni. In ogni caso, resterà escluso il Pd il quale, avendo perso le elezioni, è giusto che se ne stia all'opposizione, costruttiva però, salvo a chiamarlo in maggioranza, di volta in volta, quando all'Ars il governatore vedrà squagliarsi la sua.
Insomma, quello proposto sembra un percorso troppo contorto, stretto che difficilmente porterà ad una soluzione valida, duratura. Tranne che, come il solito, Lombardo non pensi di ricorrere all'intervento taumaturgico di Berlusconi per uscire dal gorgo in cui si è andato a cacciare. Ma, questa volta, il compito del Cavaliere non sarà facile giacché potrà tentare di convincere i suoi colonnelli siciliani ma non può, certo, esporli all'umiliazione, per giunta in campagna elettorale.
Se il governatore ha l'obiettivo ambizioso di superare il 4% anche quelli del Pdl e dell'Udc ne di più ambiziosi. Ma ormai il dado è tratto e Lombardo non può tirarsi indietro rispetto al passo compiuto con tanto clamore. Insomma, la matassa è molto ingarbugliata e sarà difficile per chiunque dipanarla.
Tranne che il vero scopo di tanto fracasso non sia - come sembra - la visibilità in campagna elettorale e quindi quello che più conta è avere, col gran gesto, attirato l'attenzione dei media e dell'elettorato.
Dopo il voto si conteranno morti e feriti. Magari, a seconda dei risultati, scoppierà la pace fra questi terribili nemici. Ritorneranno a governare insieme perché in ballo non ci sono solo i voti, ma oltre 13 miliardi di euro (fondi europei e Fas) da spendere da oggi al 2013, esattamente il tempo di questa legislatura. Staremo a vedere. Al momento, con tali premesse, il percorso della eventuale nuova giunta si presenta davvero accidentato. E lo dimostra il fatto che tanti fra i nomi ritenuti papabili assessori hanno declinato cortesemente l'invito.
Evidentemente, non hanno molta voglia d'imbarcarsi sopra una nave così fragile, costretta a navigare a vista e in acque molto procellose.
Come andrà a finire? Difficile prevederlo.
C'è chi, sbilanciandosi, arriva a congetturare addirittura un nuovo milazzismo. Molto improbabile, oltre che improponibile, se non altro perché non si intravvede, nemmeno in lontananza, un nuovo Silvio Milazzo.
Certo, anche oggi tutto si fa in nome dell'Autonomia. Con una differenza sostanziale però: ai tempi di Milazzo (1958) l'autonomia era un valore ancora autentico, in ascesa e quindi spendibile per la rinascita della Sicilia, oggi è in forte declino, perché usurato da 63 anni di malgoverno e di sprechi e pertanto ridotto ad un espediente demagogico per contrabbandare propositi clientelari ed elettorali.
*Pubblicato in la Repubblica del 27 maggio 2009

Regione, è sempre crisi L´Udc minaccia le elezioni anticipate
Maira (Udc): "Se Lombardo formerà la Giunta domani non avrà la fiducia". La replica di Leanza (Mpa): "Non accettiamo minacce"
28/05/2009
Scaduto abbondantemente l´ultimatum annunciato dallo stesso Raffaele Lombardo per la formazione della nuova Giunta regionale ("Entro quarantottore metteremo in piedi un governo di alleanza sociale" aveva detto il leader del Movimento per l´Autonomia), prosegue il botta e risposta interno alla maggioranza. Ad accendere la miccia è il capogruppo dell´Udc all´Assemblea regionale siciliana, Rudy Maira che minaccia: "Se Raffaele Lombardo farà la Giunta domani si andrà ad elezioni anticipate". Immediata la replica del segretario regionale dell´Mpa, Lino Leanza: "Non accettiamo minacce. Noi andremo avanti lo stesso - come spiega all´AdnKronos - Ci dispiace per Maira e gli altri ma noi faremo la Giunta e lo faremo per i siciliani".

Maira si dice sicuro del voto anticipato perché, a suo parere, la nuova Giunta non potrà "avere la maggioranza in aula senza l´appoggio di Pdl e Udc". "Avevamo detto di presentare la nuova Giunta in 48 ore - ha spiegato Leanza, che è anche vicepresidente della Regione siciliana - e già ci siamo presi altri due giorni. Domani ci sarà la Giunta nuova. Non possiamo più continuare a giocare. E´ giusto fare la Giunta e poi si vedrà". E se il Pdl non accetta? "Beh, possono dare delle indicazioni, se ritengono...".
Intanto i presidente dell´ARS, Francesco Cascio (Pdl), ha convocato in seduta straordinaria il Parlamento regionale per le ore 11 del 4 giugno, due giorni prima delle elezioni europee. All´ordine del giorno proprio la crisi della giunta regionale di Raffaele Lombardo.

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