lunedì 10 dicembre 2012

Mediazione Obbligatoria – non escludo il ritorno

La Corte con la sentenza 6 dicembre 2012 n. 272, pur non avendo affrontato profili di incostituzionalità (se non il difetto di delega da parte del Parlamento al Governo relativamente alla obbligatorietà del tentativo di mediazione in particolare materie), ha tuttavia offerto interessanti spunti di riflessione.
Il primo dato che risulta corrisponde alla conferma di quanto già letto nel comunicato: l’unico «vizio» presentato dal d. lgs. n. 28/2010 è rappresentato dall’eccesso di delega in cui l’Esecutivo è incorso nel prevedere una forma di mediazione «obbligatoria».
Purtroppo, bisogna riconoscere che il testo del provvedimento è sotto certi aspetti sorprendente, dato che il vizio formale rilevato dalla Corte ha -di fatto- abbattuto gran parte dell’impianto del d. lgs. n. 28/2010, travolgendo alcune disposizioni che non sono necessariamente connesse all’«obbligatorietà».
La sentenza della Corte Costituzionale non è affatto in contrasto con la normativa europea
La sentenza chiarisce che il legislatore nazionale potrebbe oggi intervenire, con legge ordinaria, sulla disciplina della mediazione prevedendo ipotesi di obbligatorietà.
Conseguentemente, l’obbligatorietà della mediazione quale condizione di procedibilità, qualora reintrodotta, sarebbe del tutto legittima in quanto, anche quest’ultima al pari della mediazione volontaria e delegata, rientra nella discrezionalità del legislatore nazionale.
In definitiva la sentenza n.272/2012 la Corte Costituzionale non ha bocciato l’istituto della mediazione obbligatoria
A mio avviso non esiste alcun ostacolo alla introduzione di una rinnovata necessaria forma di obbligatorietà e mi auguro che la mediazione, anche quella obbligatoria, esca rafforzata dalla pronuncia de quo.
Probabilmente il legislatore è già in atto nel valutare l’eventuale beneficio di una re-introduzione della mediazione obbligatoria. Ma gli organismi di mediazione sollecitano l’intervento urgente del Ministro Severino e del Governo altrimenti scatteranno azioni giudiziarie contro lo Stato. Le azioni interesseranno anche le autorità europee competenti per ottenere una condanna nei confronti dello Stato Italiano.

– vedasi il comunicato di ADR & Mediazione di seguito riportato

La chiusura di 950 organismi di mediazione , 1600 posti di lavoro a rischio, e una perdita che in difetto si stima in 20 milioni di euro. Questi sono i numeri relativi all’enorme danno che il vizio formale per eccesso di delega del decreto legislativo 28/2010, dichiarato dalla recente sentenza della Corte Costituzionale, potrebbe produrre se il governo non interverrà tempestivamente con un provvedimento salva mediazione. Il giovanissimo istituto giuridico della mediazione, introdotto in Italia con la legge delegata, poi risultata viziata, ha funzionato e lo dicono i numeri.

Basti analizzare i dati statistici pubblicati sul sito ufficiale del ministero della Giustizia. Quasi il 50% dei procedimenti conciliativi svolti con l’assistenza del mediatore quale terzo neutrale, si è chiuso con un accordo e non è andato in tribunale. La mediazione facoltativa, invece, non ha ottenuto gli stessi risultati, poiché pochissimi vi hanno fatto ricorso e così sarà anche per il futuro.

Tutto questo non può essere ignorato dal Ministero della Giustizia in questi tempi difficilissimi per il nostro Paese. Si è dimostrato che un apparato della giustizia che non funziona determina grosse perdite in termini di sviluppo e crescita per qualsiasi paese industrializzato.

La mediazione ha dimostrato nel brevissimo tempo durante il quale è stata in vigore, benché osteggiata da parte dell’avvocatura che l’ha boicottata in maniera espressa, che può rappresentare un validissimo strumento per “educare” il cittadino italiano a risolvere le liti in cui si trova coinvolto in contesti alternativi alla giustizia togata.

Tali considerazioni non sono il frutto di luoghi comuni, ma scaturiscono da dati concreti rappresentati sia dal noto e drammatico arretrato giudiziario che dalla classifica, stilata dalla Banca Mondiale della “Doing Business”, che alla voce “enforcing Contracts”ci vede al 160° posto su 183 paesi. Ricordiamo che questa classifica indica l’efficienza dei sistemi giudiziari di 183 Paesi nel mondo.

La mediazione ed i sistemi adr sono un valido supporto per la Giustizia ordinaria e non è casuale che nei paesi dove esiste una Giustizia efficiente vi è un altrettanto valido sistema di risoluzione alternativa delle dispute (mediazione in testa) .

Oggi, l’obbligatorietà della mediazione appare dunque come un “male necessario” al fine della diffusione della cultura della conciliazione. Tale condizione di procedibilità, probabilmente un giorno potrebbe non essere più necessaria una volta che l’istituto sia entrato nella cultura degli operatori del diritto, ma ora è indispensabile.

Sono queste le ragioni che inducono il Comitato ADR & Mediazione a chiedere a gran voce al Governo e al Ministro della Giustizia, di intervenire in questa fase finale del loro mandato per salvare una riforma epocale per la giustizia italiana. Diversamente, quel piccolo passo fatto in avanti, verrebbe annullato riportando la giustizia civile del nostro Paese di molti passi indietro.

Per queste motivazioni qualora il Guardasigilli non proponga al Parlamento tempestivamente un provvedimento teso al ripristino della condizione di procedibilità per le materie previste dall’art. 5 del d.lgs. 28/2010 ante sentenza n. 272 del 2012 della Corte Costituzionale, moltissimi organismi di mediazione saranno costretti a preparare delle azioni giudiziarie contro lo Stato Italiano per ottenere il risarcimento di tutti i danni patiti e patiendi in virtù di una legge viziata ab origine da un eccesso di delega che vedrà quali attori processuali ogni singolo mediatore, ente di mediazione, formatore ed enti di formazione.

Questo sarà solo il primo atto di una serie di azioni che interesseranno anche la Corte europea dei diritti dell’uomo e le Autorità europee volte ad ottenere una condanna dello Stato Italiano per violazione dei solenni principi espressi dal Consiglio d’Europa e dall’Unione europea.

Roma, 10 dicembre 2012 – Comitato Adr & Mediazione

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domenica 11 novembre 2012

Assomediazione comunicato 9/11/2012


 
Comunicato Stampa 9/11/2012

Questa mattina, presso Teleskill, si è svolta una seguitissima conferenza stampa, promossa dal Forum Nazionale degli Organismi di Mediazione e dei Mediatori Civili, con la partecipazione di Assomediazione.
La conferenza è stata diffusa in diretta sul web ed ha offerto al numeroso pubblico presente online la possibilità di intervenire e di interloquire.
L’evento ha assunto significativa importanza e la presenza della Dott.ssa Irene Gionfriddo, Portavoce del Forum Nazionale degli Organismi di Mediazione e dei Mediatori Civili, del Dott. Giammario Battaglia, Segretario Organizzativo del Forum Nazionale degli Organismi di Mediazione e dei Mediatori Civili e del Dott. Luigi Federico Brancia, Vicepresidente di Assomediazione, ha garantito la corretta prospettazione di tematiche, spesso propositive, da parte di ognuno dei presenti.
Nella fattispecie, la Dott.ssa Gionfriddo, si è soffermata sull’importanza di un intervento compatto di tutte le componenti operanti nell’ambito della Mediazione, alla manifestazione che si svolgerà lunedi 12 Novembre dalle ore 09.00 alle ore 14.00, per proseguire nella vicina Sala della Mercede dalle 14.30 alle 16.00; solo un successo, in termini numerici, richiamerà immancabilmente l’attenzione delle forze politiche, impossibilitate ad ignorare la partecipazione della categoria, qualora massiccia.
Il Dott. Battaglia ha precisato che il Forum si pone quale soggetto totalmente apartitico, un “contenitore” nel quale possono confluire tutte le forze politiche, nonché le varie anime della mediazione che sono venute a generarsi negli ultimi tempi, auspicandone l’unità di intenti e di azione.
Il Dott. Brancia, in rappresentanza di Assomediazione, Associazione che raggruppa circa 100 Organismi di Mediazione, ha descritto l’azione svolta da Assomediazione stessa sin dalla sera del 24 Ottobre e consistente, precipuamente, nell’invio, nella qualità di soggetto rappresentativo di categoria, di lettere e comunicati alle massime Istituzioni dello Stato, in particolare al Presidente Napolitano, al Premier Monti, al Governo, al Ministro Severino e a tutti i Parlamentari, esprimendo con forza l’invito a voler intervenire, ciascuno nell’ambito delle proprie attribuzioni, al fine di ripristinare la condizione di procedibilità della mediazione.
Nel corso dell’incontro sono stati tantissimi gli interventi effettuati dai partecipanti online, ai quali i conferenzieri hanno fornito adeguate risposte.
Il dato più significativo emerso nel corso dello’evento, è stato il riconoscimento dell’opportunità di effettuare un percorso sinergico tra Assomediazione ed il Forum, il quale si è dichiarato disponibile a condividere l’emendamento proposto da Assomediazione e depositato alla X Commissione Senato dalla Senatrice Maria Giuseppa Castiglione e dal Senatore Franco Bruno.
Tale circostanza assume notevole rilievo, in quanto vale ad esprimere una condivisione non solo di valori, bensì di azioni volte al perseguimento del fine ultimo comune a tutti gli operatori nel settore delle ADR: il ripristino della condizione di procedibilità.
In conclusione, è stato dato a tutti appuntamento a Roma, il giorno 12 Novembre a Piazza Montecitorio, dalle 09.00 alle 14.00 e, dalle 14.30 alle 16.00, nella Sala della Mercede per la conferenza stampa.
Il Direttivo Assomediazione, pertanto, invita tutti gli Organismi di Mediazione e tutti i Mediatori a partecipare compatti alla manifestazione.

                                                           Il Consiglio Direttivo di Assomediazione

 

venerdì 12 ottobre 2012

Giuseppe Gabriele Alla Regione


Cosa Voglio Realizzare per la mia gente da Parlamentare all'ARS

Per me, che credo nella democrazia partecipata, è desolante restare a guardare i politici fare e disfare a proprio piacimento e prendere decisioni che devastano l’ambiente. Io credo che la politica non possa essere un affare di pochi, io penso che la politica sia un servizio pubblico.

La classe politica, attuale propone un vecchio modello di sviluppo. Quello del consumo senza limiti delle risorse naturali e del territorio. Non si sono ancora accorti che i tempi sono cambiati.

Io credo in un modello di “equilibrio controllato”, nel quale lo sviluppo significhi non più crescita e consumo indiscriminato del territorio e delle risorse naturali, come anche l’ inquinamento.

Per me sviluppo significa miglioramento della qualità della vita sul nostro stesso territorio, attraverso un controllo serio e puntuale, che garantisca alle generazioni future, ovvero ai nostri figli e nipoti, le risorse naturali necessarie.

Solo e soprattutto da noi cittadini deve iniziare il cambiamento. Per questo ho deciso di non delegare altri, ma di farmi avanti

La salvaguardia dell’ambiente e la valorizzazione del territorio, il rilancio del turismo e dell’agricoltura, costituiranno gli obiettivi principali.

Il LAVORO 

Penso che sia necessario sostenere le piccole aziende locali in tutti i comparti economici, per salvaguardare i posti di lavoro.

Oggi fare impresa, investire o produrre diventa sempre più difficile. La mancata crescita produttiva ed occupazionale si rileva, in un insieme di ritardi, assurdità normative e burocratiche, piccole o grandi che impediscono a chi vuole investire e assumere, di farlo.

Questa cultura del sospetto, dell’incertezza, dell’immobilismo ha un costo a carico sempre del più debole. Le regole non sono chiare. Le norme cambiano di continuo a volte in corso d’opera. La mancanza della tutela del credito e l’irrigidimento ( quando va bene) del sistema bancario che non aiuta l’impresa, anzi.

Il lavoro per i giovani, perché non debbano pregare per un lavoro.

Cercando di fermare i processi di esternalizzazione dei servizi comunali per costruire un progetto complessivo che metta a frutto le enormi risorse e i grandi saperi di questa città.

Le aziende chiudono. Manca la tutela alle aziende presenti sul territorio, dare un esempio di un nuovo modello economico.

Come Spenderò il mio stipendio di Deputato Regionele.

Io credo che 4.000,00 euro al mese siano più che sufficienti per un Onorevole, (sono quanto percepisce la MERKEL) - il resto degli 11.000 euro serviranno oltre che per affrontare i problemi della collettività per una mega segreteria - La mia Segreteria Diventerà un Ufficio "CREA IMPRESA" - con uno staff di professionisti pagati con il mio STIPENDIO DI ONOREVOLE che gratuitamente erogheranno servizi alle imprese in difficoltà e forniranno lo start-up a tutti i nuovi imprenditori.
L'Ufficio "CREA IMPRESA" avrà diverse sedi sul territorio Provinciale (Trapani, Campobello di Mazara, Mazara del Vallo)
Metterò a disposizione la mia esperienza professionale nel mondo delle imprese, dell'associazionismo, maturata anche attraverso la mia  pluriennale esperienza presso la Camera di Commercio di Trapani

Dobbiamo cercare di costruire insieme alle realtà più dinamiche del nostro territorio un distretto di economia virtuosa, come i buoni esempi presenti in Italia e all’estero che si sono riconvertite, incrociando le nuove opportunità, dalle energie rinnovabili pulite e alternative.

Esempi importanti come quello dei comuni virtuosi che hanno investito in questa direzione: Capannori (40 mila abitanti) 50 nuovi posti di lavoro grazie alla nuova gestione dei rifiuti e puntando sulla strategia rifiuti zero, come a San Francisco (qualche milione di abitanti!); Ponte nelle Alpi, 200 impianti fotovoltaici, milioni di euro, aziende locali che lavorano, cittadini che risparmiano; Vedelago, un’azienda all’avanguardia, che ricicla materie e crea posti di lavoro e beni durevoli. E cura l’ambiente.

Se ci fosse un progetto per 100 tetti fotovoltaici, quante aziende potrebbero lavorare? Quanti operai?

Agricoltura.

Mi spenderò per incentivare la produzione locale. La nostra zona, come l’intero paese Italia, dovrebbe puntare di più sulla sua identità, sui suoi prodotti agricoli e artigianali tipici e di eccellenza, sulle sue bellezze. Mi spenderò per mantenere alta la qualità dei nostri prodotti, che passa anche attraverso la riconversione dell'agricoltura, investendo maggiormente nelle coltivazione del nostro prodotto tipico di eccellenza l’olivo, i nostri vigneti e agrumeti che possano soddisfare le esigenze del numero sempre crescente di cittadini che preferiscono la filiera corta. Realizzare piccoli impianti di lavorazione e trasformazione dei prodotti agricoli, per la commercializzazione, la valorizzazione del prodotto.

Insieme al lavoro, la salute dei cittadini, perché non è subordinata mai a nulla.

Perché è possibile produrre energia e chiudere il ciclo dei rifiuti senza avvelenare le nostre verdure, il nostro latte, compreso quello materno, senza avvelenare il nostro corpo e quello dei nostri figli.

La tutela del nostro territorio e della sua bellezza ambientale e storica non è uno slogan o un optional. E’ un obbligo. Nella nostra Costituzione, così recita l’art. 9: “La Repubblica tutela il paesaggio e il patrimonio storico e artistico della nazione”. I nostri padri costituenti ci avevano assegnato un compito con quell’articolo. Tutelare l’Italia, la sua bellezza e i suoi prodotti. Perché l’Italia che noi esportiamo non sono certo i centri commerciali, con posti di lavoro precari, i megaprogetti e le cementificazioni selvagge.

E poi il turismo. Bellezze naturali, artistiche e archeologiche da valorizzare e promuovere, ai nostri prodotti di qualità, produttori di vino, olio e prodotti agricoli che aspettano solo turisti alla ricerca del buon vivere. Organizzare eventi che promuovono e valorizzano il prodotto del nostro territorio.

Valorizzare i nostri prodotti agricoli, la cultura gastronomica legata alla tradizione. Noi dobbiamo tutelare la storica vocazione agricola della nostra terra, contro il cemento dei capannoni delle zone industriali.

Tutelare le nostre bellezze naturali, il giglio e le dune, la nostra varva di monaco che rendono il nostro mare e territorio unico, nella nostra meravigliosa Regione.

Mi voglio spendere con passione, umiltà e trasparenza per restituire alla politica e all’impegno civico nelle istituzioni una dignità e un significato nobile.

Saremo, assieme agli elettori che giorno 28 mi daranno il loro consenso, un vento nuovo possa cambiare l’aria, di clientelismi e spartizioni di potere e poltrone.

Ma anche obiettivi di apparente piccolissimo significato.

Aziende Turistiche e agricoltori, che grazie all'impegno del "CREA IMPRESA"  si consorzieranno,  potranno rappresentare, un nuovo mercato della nostra terra, potranno dare vita al più grande punto vendita di prodotti della Provincia, e sprattutto, andranno a cercare i mercati esteri per poter esportare le meraviglie che la nostra terra può produrre e le eccellenze nelle nostre piccole imprese artigiane sanno dare.
Mi spenderò pe dare tagli ai costi, efficienza amministrativa, le consulenze inutili (quelle che possono essere svolte da dipendenti della Regione Sicilia) saranno tutte eliminate.

La nostra terrà merita di più! Una terra dalle incommensurabili bellezze e risorse naturali, che vengono mortificate da uomini senza idee e privi di senso etico. Ancora non ha uno spazio di produzione e trasformazione, di una delle sue risorse naturali (le olive nocellare del belice) prestigioso che possa dare lavoro ai giovani di questo territorio, esportare e produrre ricchezza. Dovrà essere un vero laboratorio imprenditoriale che entrerà in simbiosi con le scuole del territorio.

Le scuole, dovranno essere oggetto di un piano straordinario di messa in sicurezza. Per dare a tutti noi la fiducia nella salubrità dei luoghi dove vivono i nostri figli.

Mi batterò per la valorizzazione di tutte le bellezze artistiche ed archeologiche del territorio, promozione di tutte le attività turistiche, agrituristiche e balneari. Inoltre, sensibilizzare ogni singolo cittadino per la cura e l’amore del proprio territorio, dando l’esempio a tutti coloro che scelgono di trascorrere il loro tempo libero in un ambiente sano ed accogliente.

Farò arrivare con i fondi Europei le risorse economiche  per aumentare le presenze turistiche, organizzando attrazioni e percorsi turistici, creati dagli stessi operatori turistici - Che finalmente potranno far rinascere le nostre tradizioni - Curando tutte le risorse naturali, come il mare, riscoprendo la nostra storia e le nostre tradizioni, valorizzarle e rivitalizzarle in occasioni speciali e legarle ad iniziative di promozione turistica.

Pensare anche di realizzare una rete di infrastrutture per la mobilità pedonale, ciclabile, mezzi di trasporto pubblico per le zone extraurbane (Tre Fontane); storico, a vantaggio del turista e del commercio interno.

Qualcuno dirà “Che belle idee!”. “Sono solo sogni”. “Occorrono le risorse!”. “Dove li prendiamo i soldi?”,

Bisogna sapere che l’Italia è il paese d’Europa che ha il più basso tasso di accesso ai contributi europei. L’Italia, le sue regioni e le sue città, sono spesso fanalino di coda, anche dopo la Grecia.

La città è un bene comune. Il suo patrimonio è un bene comune. Una città non è di chi la governa, ma dei cittadini che la abitano.

Raccoglierò le istanze dei Cittadini anche grazie alla introduzione di forme avanzate di democrazia digitale e di democrazia diretta,

Queste sono soltanto le idee per cominciare, che utilizzeremo per scrivere il programma ufficiale, che sarà realizzato dai gruppi di lavoro.

Sono in attesa di suggerimenti.